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Scarica il pdf - Associazione Nazionale Magistrati

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Luca Palamara<br />

8. I giovani magistrati<br />

Fare questo mestiere, in certe zone del Paese, è molto diffic<strong>il</strong>e, in alcune<br />

regioni è anche molto rischioso: le tanto discusse sedi disagiate esistono veramente,<br />

sul territorio, non solo nelle leggi e nelle circolari, sono lì, in quelle<br />

regioni dominate dalla criminalità, dove i magistrati sono sovraesposti e<br />

spesso sono chiamati a operare in ambienti diffic<strong>il</strong>i.<br />

Nell’attuale momento storico che vive la magistratura, non si può non riconoscere<br />

una nuova centralità al significato dell’essere giovani magistrati,<br />

che spesso vengono destinati proprio in queste sedi, in realtà territoriali<br />

nuove e lontane da casa.<br />

E l’azione associativa deve sapere realmente rappresentare le problematiche<br />

concrete dei giovani colleghi nel quotidiano svolgimento delle funzioni<br />

e, quindi, deve essere attenta alle assegnazioni non trasparenti, ai dirigenti<br />

autoritari, alle prassi, alle organizzazioni inefficienti degli uffici che conducono<br />

a lungaggini processuali, alle regole che determinano i trasferimenti,<br />

nonché alla questione retributiva.<br />

Sul punto, mi pare doveroso r<strong>il</strong>evare che, a fronte delle nuove disposizioni<br />

dell’ordinamento in materia di accesso alla carriera, di controlli più incisivi<br />

e ravvicinati di valutazione, di maggiori oneri di responsab<strong>il</strong>ità, di innumerevoli<br />

incombenze di aggiornamento, nessuna adesione vi è stata delle<br />

ripetute istanze dell’Anm per pervenire ad una rimodulazione della carriera<br />

economica dei magistrati, anche per attenuare le eccessive ed inaccettab<strong>il</strong>i<br />

differenze retributive che oggi si riscontrano nelle carriere dei magistrati ordinari<br />

più giovani rispetto ai colleghi di anzianità omogenea delle altre magistrature.<br />

I giovani magistrati che sono stati chiamati in prima nomina a svolgere le<br />

funzioni di giudici e pm hanno saputo, spesso, fornire un prezioso contributo<br />

agli uffici ai quali sono stati destinati.<br />

Ma oggi, anche in questa sede, non possiamo fare a meno di segnalare<br />

che <strong>il</strong> recente art. 2, co. 4 della l. 30 luglio 2007 n. 111 ha introdotto <strong>il</strong> divieto<br />

assoluto di destinare i magistrati, al termine del tirocinio, a funzioni requirenti<br />

o giudicanti monocratiche penali.<br />

Tale previsione rischia di condurre in tempi brevissimi ad una situazione<br />

drammatica: in molti uffici meridionali della Procura della Repubblica, che<br />

da sempre si reggono su un organico composto in massima parte, se non<br />

esclusivamente, proprio da magistrati di prima nomina, si andrà rapidamente<br />

incontro alla totale assenza di magistrati, alla paralisi, ad uffici fantasma<br />

che non solo non saranno in grado di fronteggiare la criminalità organizzata,<br />

ma neanche di assolvere agli elementari compiti che ogni cittadino si attende<br />

da un ufficio di Procura in un Paese civ<strong>il</strong>e: non avremo la possib<strong>il</strong>ità di pro-<br />

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