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Scarica il pdf - Associazione Nazionale Magistrati

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3. La riforma dell’ordinamento giudiziario<br />

Un progetto per la giustizia<br />

Lasciato alle spalle l’atteggiamento di furore ideologico e di chiusura pregiudiziale<br />

al dialogo che aveva caratterizzato <strong>il</strong> ministro Castelli nella lunga<br />

gestazione della “sua” riforma, nella scorsa legislatura è stata approvata, dopo<br />

un lungo e a tratti diffic<strong>il</strong>e confronto, una complessiva riforma dell’ordinamento<br />

giudiziario.<br />

L’<strong>Associazione</strong> nazionale magistrati ha espresso critiche, anche serrate,<br />

su alcuni punti della riforma ed apprezzamento su altri. Oggi la magistratura<br />

è impegnata nella fase di attuazione e di sperimentazione della riforma (in<br />

particolare sulla temporaneità degli incarichi direttivi e semidirettivi e su verifiche<br />

di professionalità), solo all’esito della quale sarà possib<strong>il</strong>e valutare la<br />

necessità o l’opportunità di interventi di correzione o modifica.<br />

Vi è una questione aperta, quella della Scuola della magistratura. Due sono<br />

i nodi. Uno di principio, riconoscere <strong>il</strong> ruolo del Csm e valorizzare la<br />

preziosa passata esperienza della formazione professionale centrale e decentrata<br />

gestita dal circuito dell’autogoverno. Uno organizzativo: la localizzazione.<br />

Siamo sicuri che la logica che vide un Ministro porre una sede tra<br />

Bergamo e Pontida ed <strong>il</strong> suo successore in quel di Benevento, non sarà seguita<br />

dall’attuale Ministro e dunque non vedremo una sede tra Agrigento e<br />

Vigata. Non resta allora che seguire l’esperienza dei Paesi europei a noi vicini,<br />

che ci hanno preceduto su questa strada: due sedi, una (per la quale è<br />

sufficiente una struttura gestionale “leggera”) al centro del Paese per la formazione<br />

permanente ed una decentrata (che richiede strutture organizzative<br />

e logistiche pesanti, stab<strong>il</strong>e corpo insegnante, ecc.) per la formazione iniziale<br />

degli uditori.<br />

4. Un impegno concreto per la giustizia<br />

Il sistema giudiziario italiano versa in una gravissima crisi di efficienza e<br />

di funzionalità, che si sta trasformando in crisi di credib<strong>il</strong>ità della giustizia.<br />

La nuova legislatura dovrà essere un’occasione per avviare un processo riformatore<br />

che restituisca efficacia, funzionalità e credib<strong>il</strong>ità alla giustizia nel<br />

nostro Paese. L’<strong>Associazione</strong> nazionale magistrati ha rivolto un appello al<br />

nuovo Parlamento, al nuovo Governo e al nuovo Ministro per un impegno<br />

di tutti nell’elaborazione di un progetto di riforma che abbia come obiettivi<br />

la ragionevole durata dei processi e l’efficace tutela dei diritti.<br />

Osservavo prima che dialogo e confronto non sono un esercizio in sé,<br />

ma uno strumento allo scopo di migliorare <strong>il</strong> servizio giustizia.<br />

Il Ministro della Giustizia è, secondo Costituzione, responsab<strong>il</strong>e per <strong>il</strong><br />

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