Scarica il pdf - Associazione Nazionale Magistrati

Un progetto per la giustizia
Uno sforzo senza precedenti.
Un Csm che ha posto al centro della propria azione politica tre questioni
cruciali:
- la professionalità dei magistrati,
- l’organizzazione degli uffici,
- l’adeguatezza dei dirigenti.
Un Consiglio che si è mosso sul piano della “responsabilità”, che non
teme le critiche, che sa anche di meritare, ma che guarda con preoccupazione
ai casi in cui dietro alle critiche si cela l’insofferenza verso il controllo
di legalità e l’indipendenza della magistratura.
Un Consiglio che sta operando da un lato favorendo e diffondendo
comportamenti virtuosi e corretti, dall’altro correggendo, anche attraverso
interventi disciplinari e paradisciplinari, storture e cadute di professionalità.
Dico tutto questo non per “vanto”, ma perché spero che il compito riformatore
intrapreso possa costituire occasione per un’analisi pacata e seria
sui problemi della giustizia e della magistratura.
Il Paese ha fortemente bisogno di questo ed è per questo che la magistratura,
attraverso il suo organo di governo autonomo, ha accolto la sfida
lanciata dal nuovo ordinamento giudiziario.
Oggi possiamo, infatti, registrare l’adattamento di tutta la normativa secondaria
nelle parti non compatibili con il nuovo dato normativo (circolare
in tema di valutazioni di professionalità, d’incarichi direttivi e semidirettivi
ed indicatori dell’attitudine direttiva stabiliti a seguito dell’intesa raggiunta
con il Ministro della Giustizia; gestione della mobilità interna ed esterna
con tutte le difficoltà derivanti dalle incompatibilità funzionali e dai
limiti imposti dalla permanenza massima nelle funzioni).
Decidere di governare non è stata una scelta facile.
Per alcuni tratti è stata anche sofferta e dolorosa.
Il ridimensionamento dell’anzianità, che per anni ha costituito il criterio
prevalente nella scelta dei dirigenti, favorendo una selezione affidata al riscontro
dei requisiti del merito e delle attitudini, non vuol dire scegliere i
giovani a scapito dei colleghi più anziani, ma arrivare a scelte che privilegiano
“il valore” del magistrato a prescindere dalla sua età.
Così come con l’avvio della temporaneità degli incarichi direttivi è stata
colta una chance importante di mobilità, rinnovamento, e controlloverifica
dell’attitudine direttiva. Mentre in passato i dirigenti non erano di
fatto sottoposti a nessun controllo, e solo eccezionalmente si operavano
alcuni trasferimenti ex art. 2, oggi il Consiglio è dotato di un’arma in più,
può verificare la capacità e l’attitudine direttiva su un terreno empirico.
Uno strumento prezioso che, se correttamente utilizzato, consentirà di
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