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Scarica il pdf - Associazione Nazionale Magistrati

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Un progetto per la giustizia<br />

dinari ed altro) <strong>il</strong> cui effetto è solo quello di una sempre più accentuata alterazione<br />

dell’ordinamento giuridico e del sistema giurisdizionale:<br />

un’alterazione a cui ha conferito un nuovo ed improvviso impulso <strong>il</strong> decreto<br />

legge sullo smaltimento dei rifiuti in Campania.<br />

Se è sul terreno della effettiva tutela dei diritti che si gioca una delle<br />

partite più impegnative per la fiducia della collettività nell’istituzione giudiziaria,<br />

la risposta (o, meglio, la reazione) non può consistere nella predeterminazione<br />

astratta e generale di un tetto massimo di cause da assegnare<br />

a ciascun giudice (verso cui è pur vero che tutti aspiriamo), ma nella rivendicazione<br />

di ciò che serve davvero alla giustizia per metterla in grado<br />

di funzionare; nella sollecitazione degli strumenti specifici e delle risorse<br />

mirate che le occorrono; nell’azione di contrasto a riforme che continuano<br />

ad introdurre nuovi riti, anziché misure che valgano a semplificare e razionalizzare<br />

quelli esistenti ed a combattere sprechi e inefficienze, a partire<br />

da quelle della pubblica amministrazione, che riducono troppo spesso la<br />

giurisdizione ad un ruolo meramente burocratico di applicazione di tariffe<br />

(come accade ormai, ad esempio, in materia di “legge Pinto”).<br />

La tesi dei “carichi sostenib<strong>il</strong>i”, per come l’ho sentita enunciare, ha inoltre<br />

l’effetto di radicare, anziché contrastare, l’ineffettività delle regole di<br />

autogoverno, che impongono ad esempio di intervenire quando vi sono<br />

dirigenti che, pur potendo e dovendolo fare, si astengono dall’adottare i<br />

provvedimenti di riequ<strong>il</strong>ibrio dei ruoli; di spostare l’oggetto della critica,<br />

che non può essere costituito dal carico in sé di lavoro, ma <strong>il</strong> fatto ad esempio<br />

che gli ispettori ministeriali non ne tengono adeguatamente conto<br />

allorché redigono le relazioni prodromiche ad iniziative disciplinari; di<br />

confondere in una indistinta ed ingiustificata generalizzazione singoli errori<br />

di giudizio in sede disciplinare o in tema di valutazioni di professionalità,<br />

errori che pure non mancano e che vanno discussi e criticati senza per<br />

questo teorizzare la pretesa che tutti i magistrati sono per definizione immuni<br />

da negligenze e responsab<strong>il</strong>ità. Da ultimo, quella tesi finisce per non<br />

accorgersi di tutto ciò che proprio in tema di condizioni di lavoro, di miglioramento<br />

della qualità della giustizia e di tutela della stessa dignità professionale<br />

<strong>il</strong> Csm sta portando avanti con un’azione imponente in tema di<br />

conferimenti di incarichi, di valutazioni di professionalità ed in materia tabellare,<br />

ed ignora che progetti organizzativi, analisi dei flussi, ufficio per <strong>il</strong><br />

processo con tutto ciò che significa (al di là di oziose dispute definitorie<br />

che tradiscono la cattiva conoscenza di ciò di cui davvero si tratta) quale<br />

occasione irripetib<strong>il</strong>e per assegnare nuove risorse, valorizzare quelle esistenti,<br />

riqualificare <strong>il</strong> personale, creare sinergie tra le diverse competenze,<br />

dare alla giurisdizione quel supporto che mai ha avuto in termini di tecno-<br />

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