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Aldo Morgigni
Io ritengo, invece, che sia possibile, senza particolari sforzi, trovare
all’interno della nostra amministrazione le fonti per incrementare il funzionamento
della macchina giudiziaria. Ogni anno dipende direttamente
dai magistrati l’uscita di circa mezzo miliardo di euro per le spese di giustizia
propriamente dette. Già in questo settore possono essere effettuati
i primi risparmi. Ci sono vistosissime discrepanze e a volte cose curiose.
Per esempio, noi siamo uno dei pochi Stati che paga un privato concessionario
di pubblico servizio, ossia Telecom Italia, circa 250 milioni di
euro l’anno per il servizio delle intercettazioni. Lo stesso privato prende
questa somma e la gira in pagamento della concessione pagando, diciamo,
con le nostre attività giudiziarie le sue attività economiche.
Noleggiamo impianti di intercettazione per circa centocinquanta milioni
di euro l’anno, mentre potremmo, molto più proficuamente, prendere
in leasing i macchinari per somme molto inferiori.
Paghiamo i difensori che svolgono l’attività di patrocinio dello Stato
circa settanta milioni di euro l’anno, mentre altre nazioni europee concedono
crediti d’imposta. In questo modo l’avvocato è anche invogliato a
pagare le tasse e così ogni anno, se accumula alcune migliaia di euro per
l’attività di patrocinio per lo Stato, poi le potrà dedurre come credito
d’imposta.
Solo con queste poche e semplici riallocazioni si potrebbero ottenere
risparmi notevolissimi a livello centrale.
Un altro grave problema deriva dal fatto che non motiviamo il personale
giudiziario: facciamo contratti nazionali per il servizio delle trascrizioni
e paghiamo quasi venti milioni di euro a una società, che è poi è un
consorzio di piccole e piccolissime imprese, sulla quale non vigiliamo
perché ci dicono che una parte del personale lavora sostanzialmente in
nero. Mi chiedo per quale motivo non convochiamo i sindacati del personale
di cancelleria e non chiediamo se i cancellieri siano disponibili a
fare la stessa attività di trascrizione, magari in orario esterno al lavoro,
come già accade per gli ufficiali giudiziari destinando all’interno quei venti
milioni di euro che oggi escono immotivatamente all’esterno.
Insomma, per riepilogare e concludere, ritengo sia una primaria
responsabilità nostra e di chi dirige gli uffici giudiziari contenere queste
spese: il modello c’è ed è il modello Bolzano.
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