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Scarica il pdf - Associazione Nazionale Magistrati

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Edmondo Bruti Liberati<br />

Il ruolo del potere giudiziario indipendente, nella tradizione americana, è<br />

visto appunto come la prima di quelle “precauzioni aus<strong>il</strong>iarie”.<br />

Poiché gli uomini non sono angeli, ineluttab<strong>il</strong>mente vi saranno in futuro,<br />

come vi sono stati in passato, indagini e procedimenti che investiranno<br />

l’esercizio del potere, ai diversi livelli, e determineranno altrettanto ineluttab<strong>il</strong>mente<br />

tensioni.<br />

Dai magistrati dobbiamo esigere professionalità adeguata, rigoroso rispetto<br />

delle garanzie e delle norme di diritto sostanziale e processuale, nonché<br />

delle regole disciplinari. Dai magistrati ci attendiamo anche un’attenzione<br />

particolare nel non stimolare sovraesposizioni personali e protagonismo<br />

mediatico, secondo le indicazioni, purtroppo non sempre rispettate, del codice<br />

deontologico dell’Anm.<br />

Dalla politica esigiamo rispetto per l’indipendente esercizio della giurisdizione;<br />

chiediamo che <strong>il</strong> dibattito e la critica nei confronti delle azioni della<br />

magistratura e la sottolineatura di eventuali errori o sbavature (neppure i<br />

magistrati sono angeli ed infallib<strong>il</strong>i) rifuggano da quelle campagne di aggressione<br />

e di delegittimazione che abbiamo conosciuto.<br />

Ancorati a questi principi fondamentali della democrazia, saranno proficui<br />

<strong>il</strong> dialogo ed <strong>il</strong> confronto tra magistratura e politica e segnatamente tra<br />

Anm e Ministro della Giustizia. Non si parte peraltro da zero perché questo<br />

clima ha positivamente caratterizzato la ultima pur breve legislatura.<br />

Dialogo e confronto non sono un esercizio in sé, ma uno strumento allo<br />

scopo di migliorare <strong>il</strong> servizio giustizia. Ecco perché occorre chiarezza (e<br />

dunque ricerca e verifica di punti di convergenza, ma anche eventualmente<br />

emergenza di punti di dissenso) e occorre sempre rispetto dei rispettivi ruoli.<br />

E questo ci aiuta a fugare possib<strong>il</strong>i equivoci, che possono avere trovato<br />

un qualche spazio all’interno della magistratura: magistratura dialogante non<br />

vuol dire magistratura genuflessa, <strong>il</strong> che, tra l’altro, sarebbe poco dignitoso<br />

per la magistratura e poco ut<strong>il</strong>e per l’interlocutore.<br />

2. Il quadro costituzionale<br />

Del dialogo nella chiarezza fa parte anche l’intransigente difesa dei principi<br />

fondamentali. Non trovo espressioni migliori di quelle scritte nel programma<br />

su cui si è formata l’attuale Gec:<br />

«L’<strong>Associazione</strong> nazionale magistrati ribadisce <strong>il</strong> suo impegno per la salvaguardia<br />

dei principi costituzionali posti a garanzia dell’autonomia e dell’indipendenza<br />

dei magistrati giudicanti e del pubblico ministero.<br />

L’<strong>Associazione</strong> ritiene necessario mantenere in capo al Consiglio superiore<br />

della magistratura le competenze assegnate dalla Costituzione. Ed in<br />

particolare le competenze in materia di giurisdizione disciplinare».<br />

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