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Indirizzi di saluto
Piero Marrazzo
Presidente della Regione Lazio
Signor Presidente della Repubblica, signor Presidente della Provincia, signor
Sindaco di Roma, autorità tutte, signore e signori, è con grande preoccupazione
che accogliamo i reiterati gridi di allarme che arrivano dalla magistratura,
il cui operato è minato da una carenza endemica di mezzi e risorse
umane.
Si può tranquillamente affermare che sono ormai noti da molto tempo
sia i principali difetti del sistema della giustizia nel nostro Paese sia i rimedi
che si dovrebbero approntare per risolverli o, quanto meno, per darvi sollievo.
E tuttavia, con costanza, non si fa nulla, o ben poco, sia sull’uno che
sull’altro versante.
Se mi si passa il paragone, è come trovarsi dinanzi a un malato gravissimo,
di cui si conosce sia la malattia che la cura necessaria, e tuttavia non si
fa nulla o si usano solo palliativi. Non possiamo aspettare che il paziente
muoia. Anche perché questa situazione di sofferenza sta determinando una
crescente stanchezza e una dilagante sfiducia presso l’opinione pubblica che
invece, sino a non molti anni fa, identificava nel giudice e nel magistrato un
forte difensore della legalità repubblicana.
La giustizia è ormai da troppi e da troppo tempo avvertita come “ingiusta”.
E, in effetti, non può non definirsi “ingiusta” quella giustizia che dilata
enormemente i tempi dei processi, giungendo ad una sentenza, peraltro non
definitiva, soltanto dopo molti anni dall’avvio del giudizio in primo grado o
dalla promozione dell’azione penale. Più volte l’Unione europea ha mosso
aspri rimproveri, sanzionando ripetutamente lo Stato italiano che ha fatto
ricorso all’inefficace palliativo rappresentato dalla cosiddetta “legge Pinto”.
Una giustizia in ritardo è, per definizione, una giustizia perdente, poiché
nessuna misura risarcitoria o riparatoria potrà mai eliminare o pienamente
compensare la sofferenza dell’attesa.
I ritardi della giustizia hanno sempre un alto costo sociale, e configgono
inevitabilmente con l’interesse pubblico; si consideri, ad esempio, ciò che
accade in materia di opere pubbliche, quando il protrarsi del giudizio e
l’incertezza del suo esito possono porre a rischio la realizzazione di importanti
infrastrutture, anche attraverso lo strumento di pretestuose richieste risarcitorie.
Altro tema assai rilevante è quello della prescrizione nei processi penali.
La frequente prescrizione di molti reati penali, spesso di non lieve allarme
sociale, con la relativa pena, è un dato che deve destare la più viva preoccupazione;
è però anche evidente che la risposta non può essere quella, indi-
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