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Gabriella Cappello
Gabriella Cappello
magistrato, Tribunale di Reggio Calabria
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Sull’efficacia
In un serio progetto per la giustizia, il recupero dell’efficacia della funzione
giurisdizionale è un obiettivo primario, mentre è invece evidente che
tale aspetto della nostra funzione è attualmente in crisi. In questa situazione,
può esser utile dar conto di qualche risultato positivo raggiunto in alcuni
presidi della giustizia italiana.
Lo scopo del mio breve intervento è appunto quello di offrire una testimonianza
di ciò, di fornire cioè qualche dato, spero utile, ma, soprattutto,
incoraggiante, in un contesto generale che non lo è affatto, tanto più se
la testimonianza, per una volta, in netta controtendenza nel nostro Paese,
proviene dal sud, più precisamente dalla Calabria, da quella Calabria (il distretto
di Reggio) in cui opero da circa dieci anni.
In simili realtà territoriali sembra quasi scontato che a un ruolo preponderante
della giurisdizione penale faccia da pendant un’inefficace risposta
sul versante del riconoscimento e dell’attuazione dei diritti dei cittadini.
Ciò crea un’idea distorta della giustizia, incentrata su un intervento solo
punitivo dello Stato, laddove va, invece, riconosciuto alla giurisdizione civile
il ruolo di volano della legalità, nella misura in cui, assicurando un servizio
efficiente, seppur ponderato, essa è in grado di sottrarre interi segmenti
della società dagli agguati dell’illegalità, spesso ritenuta baluardo a
propria difesa, da chi si sente emarginato dal sistema.
In questo senso, la questione dell’efficacia della giurisdizione civile assurge
a tema fondamentale e centrale anche in zone di mafia, in cui essa
viene spesso messa in ombra dall’emergenza dell’intervento repressivo.
In una tale cornice, il Tribunale civile di Reggio Calabria sembra essersi
affrancato dallo stereotipo classico della “mala” giustizia, intesa come inefficienza
del servizio, dimensioni “inumane” dei ruoli, disorganizzazione
complessiva del lavoro del giudice e delle cancellerie.
Al contrario, può dirsi, senza tema di smentita, che l’impegno profuso
negli anni dagli operatori del settore civile ha prodotto nel medio termine
apprezzabili risultati, consentendo ad interi segmenti della giustizia del nostro
Tribunale di riscattarsi dall’asfissiante pressione del lavoro arretrato;
di non tradire sino in fondo lo spirito delle riforme processuali intese ad
accelerare i tempi del processo civile; di abbattere le pendenze delle cause
secondo il rito ante riforma del 1990 rimaste alla cognizione del giudice
togato, al punto che oggi tali ruoli sono estinti o in via di estinzione.