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Scarica il pdf - Associazione Nazionale Magistrati

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Angelino Alfano<br />

ta al vaglio degli elettori un’idea di giustizia, e dopo cinque anni, si ritorna al<br />

loro cospetto enunciando ciò che si è fatto, nonché la coerenza tra ciò che si<br />

è fatto e ciò che si era detto di voler fare. Questo, nelle democrazie occidentali,<br />

si chiama principio di responsab<strong>il</strong>ità ed è ad esso che noi del Governo ci<br />

ispireremo.<br />

Proprio <strong>il</strong> principio di responsab<strong>il</strong>ità ci ha portato a varare quei due<br />

provvedimenti che hanno avuto una portata mediatica concentrata su alcune<br />

norme, ma io sono ben lieto di aver avuto <strong>il</strong> consenso forte, scritto,<br />

dell’<strong>Associazione</strong> nazionale magistrati riguardo le norme inerenti <strong>il</strong> giudizio<br />

direttissimo e <strong>il</strong> giudizio immediato come elementi efficaci di semplificazione<br />

dei procedimenti e di deflazione del carico giudiziario. Questi sono già in<br />

vigore nel nostro ordinamento perché facevano parte del decreto e su questi<br />

io ritengo vi sia un grande, grandissimo consenso. Allo stesso modo, un<br />

grande consenso vi è riguardo alcune norme molto importanti di contrasto<br />

alla mafia, alla criminalità organizzata, che vanno dall’attribuzione di nuovi<br />

poteri alla Procura nazionale antimafia al regime delle confische per rendere<br />

più efficace <strong>il</strong> versante di contrasto patrimoniale a Cosa Nostra. Queste sono<br />

misure che hanno avuto un grande consenso e che riteniamo possano<br />

essere veramente efficaci all’interno del nostro ordinamento.<br />

L’azione riformatrice del Governo pone al centro l’idea di rendere efficace<br />

ed efficiente <strong>il</strong> sistema della giustizia. E siamo consapevoli che non si<br />

tratta di fare una riforma di qua o di là, siamo consapevoli che occorre un<br />

approccio di sistema e che non è necessario avventurarsi o declamare altre<br />

nuove, strategiche riforme legislative e abbiamo un’idea chiara su come procedere.<br />

Credo che tutti voi siate testimoni del diritto nel nostro Paese e credo<br />

che tutti voi ricordiate quale sia stata la prassi finora: si insedia un nuovo<br />

ministro, insedia una nuova, prestigiosa, ampia e pletorica commissione ministeriale<br />

che conclude br<strong>il</strong>lantemente i propri lavori quasi alla fine della legislatura;<br />

finisce la legislatura, si insedia <strong>il</strong> nuovo ministro, afferma che la<br />

commissione ministeriale è approdata a un buon risultato, insedia una nuova<br />

commissione ministeriale che, composta da insigni giuristi, procede e<br />

compie un buon lavoro con alti studi che alla fine della legislatura verrà riconosciuto<br />

dal ministro entrante. Quindi, abbiamo una serie di buoni lavori.<br />

Poiché io penso che la cultura giuridica sia anche sedimentata attraverso lo<br />

studio dei periti e degli scienziati del diritto, non intendo più costituire pletoriche<br />

commissioni ministeriali bensì, prendere tutto ciò che è già nei cassetti<br />

del Ministero, portarlo a rapida sintesi (e siccome, una volta ogni tanto,<br />

anche chi ritiene di poter evolvere la nostra legislazione costituzionale oltre<br />

<strong>il</strong> bicameralismo perfetto, e cioè noi, va in commissione, portando queste<br />

carte che sono nel cassetto) e a un punto di equ<strong>il</strong>ibrio in poche settimane di<br />

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