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Scarica il pdf - Associazione Nazionale Magistrati

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Un progetto per la giustizia<br />

ficienza ed efficacia dell’azione penale, nonché con <strong>il</strong> maggiore coordinamento<br />

fra gli uffici in alcuni settori di intervento.<br />

Occorre cioè affrontare innanzitutto <strong>il</strong> delicato tema delle priorità<br />

nell’esercizio dell’azione penale, sempre più all’ordine del giorno non solo<br />

dell’agenda politica ma anche di quella dei Procuratori della Repubblica<br />

degli uffici medio-grandi. Ci si muove fra l’irrinunciab<strong>il</strong>e principio di obbligatorietà<br />

dell’azione penale e la constatazione della materiale impossib<strong>il</strong>ità<br />

di trattare tutti gli affari introitati dai sostituti, con la delega, di fatto<br />

ora vigente, a ciascun sostituto della scelta del fascicolo da trattare con<br />

precedenza rispetto agli altri.<br />

Le soluzioni adottate sono state di diverso tenore: accentuata semispecializzazione<br />

delle sezioni, elencazione dei reati da trattare con priorità, elencazione<br />

dei reati da posporre o da definire con “archiviazioni generose”,<br />

centralizzazione degli affari semplici o di altre categorie di reato, spesso<br />

irrimediab<strong>il</strong>mente destinate alla prescrizione; accantonamento dei reati<br />

coperti da indulto. Il tema va approfondito ed affrontato con risolutezza<br />

all’interno della magistratura, senza pregiudizi ideologici e nella consapevolezza<br />

che timidezze e prudenze non faranno che accentuare iniziative e<br />

correttivi provenienti dall’esterno. Va sempre più allargandosi, infatti, <strong>il</strong><br />

fronte delle forze politiche convinte di affidare al Parlamento la scelta delle<br />

priorità attraverso la votazione della relazione sullo stato della giustizia<br />

annualmente presentata dal Ministro.<br />

Di pari passo deve crescere la capacità di coordinamento fra gli uffici<br />

giudiziari, in particolare nell’ambito dello stesso distretto, su alcuni settori<br />

di intervento, per evitare che su territori limitrofi e geograficamente sostanzialmente<br />

unitari si assista a soluzioni e decisioni diametralmente opposte,<br />

nei contenuti e nelle modalità, con crescente disorientamento<br />

dell’opinione pubblica e diminuzione della fiducia nella capacità della magistratura<br />

di essere effettivo tutore della legalità.<br />

Basti sul punto citare <strong>il</strong> caso Campania in relazione all’emergenza rifiuti.<br />

Disarticolate iniziative in un settore di grave impatto sulle condizioni di<br />

vita e sui diritti fondamentali alla salute ed all’ambiente dei cittadini hanno<br />

costituito, come spesso accade, <strong>il</strong> pretesto per <strong>il</strong> Governo per l’emanazione<br />

dell’aberrante decreto legge n. 90 del 2008, che ha stravolto gli ordinari<br />

criteri di competenza, concentrando nella sola Procura di Napoli<br />

l’esercizio dell’azione penale in tutta la regione Campania, superando anche<br />

i limiti del distretto, e con l’abrogazione solo per quel territorio del<br />

potere di intervento d’urgenza con <strong>il</strong> sequestro preventivo da parte della<br />

polizia giudiziaria e del pubblico ministero. Il decreto chiama direttamente<br />

in causa <strong>il</strong> Procuratore di Napoli, invitandolo ad una trattazione diretta<br />

degli affari, anche in deroga alle regole di assegnazione previste dall’ordi-<br />

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