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Scarica il pdf - Associazione Nazionale Magistrati

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Paolo Corder<br />

giudice, Tribunale di Venezia<br />

Un progetto per la giustizia<br />

La giustizia civ<strong>il</strong>e - ma l’immagine ben potrebbe valere anche per la giustizia<br />

penale - è in agonia, stesa in un letto dell’Ospedale Italia.<br />

Al capezzale vi sono i parenti più stretti: avvocati, magistrati, cancellieri,<br />

politici. Ciascun parente accusa gli altri di aver lasciato sola la giustizia (civ<strong>il</strong>e)<br />

nei momenti di difficoltà e di aver provocato la situazione di emergenza<br />

in atto. Ciascun parente chiede agli altri di intervenire, di fare sacrifici, di<br />

modificare gli abituali comportamenti. Ciascuno propone le sue ricette per<br />

risollevare <strong>il</strong> malato.<br />

La diagnosi è nota a tutti, da tempo, l’elenco dei possib<strong>il</strong>i rimedi è lunghissimo.<br />

E anche in questa sede congressuale sono stati messi tutti in evidenza:<br />

razionale dimensionamento degli uffici giudiziari; appropriata distribuzione<br />

degli stessi sul territorio (c.d. revisione delle circoscrizioni); rapida<br />

copertura delle vacanze degli organici del personale amministrativo; riqualificazione<br />

dello stesso personale; investimenti in risorse informatiche; valorizzazione<br />

delle statistiche quale strumento di conoscenza attendib<strong>il</strong>e; riassetto<br />

della magistratura ordinaria; rapida attuazione ai progetti di riorganizzazione<br />

del servizio giustizia (c.d. ufficio per <strong>il</strong> processo o ufficio del giudice);<br />

drastica riduzione del numero dei riti; eliminazione dei riti la cui permanenza<br />

costituisce solo fonte di complicazioni e di incertezze interpretative;<br />

revisione del sistema e delle forme delle impugnazioni; ampliamento dei<br />

modelli semplificati di decisione della causa; individuazione di meccanismi<br />

diretti a semplificare le forme degli atti e ad agevolare gli adempimenti dei<br />

difensori e dell’ufficio; introduzione di misure volte a contrastare gli abusi<br />

del processo ed eventuali tattiche d<strong>il</strong>atorie; modifiche delle tariffe forensi;<br />

nuova disciplina della mediazione e della conc<strong>il</strong>iazione, ecc. (si veda a tal riguardo<br />

<strong>il</strong> Documento congressuale depositato dalla Commissione di Studio<br />

dell’Anm “Diritto e processo civ<strong>il</strong>e”). Lo stesso Guardasig<strong>il</strong>li si è detto favorevole<br />

all’introduzione di molti di tali rimedi.<br />

Si tratta di un elenco variegato, composito, diffic<strong>il</strong>e da coordinare e che<br />

richiede molte risorse; occorrerebbe una visione complessiva, sinergica che<br />

però non si scorge all’orizzonte politico. Anzi, fino ad oggi, la politica ci ha<br />

mostrato solamente interventi settoriali e privi di una valutazione di impatto<br />

complessivo sul sistema (si pensi, ad esempio, alla competenza dell’appello<br />

delle cause di lavoro, alla legge sull’amministrazione di sostegno o a quella<br />

sull’affidamento condiviso) o interventi addirittura contrari ad una prospettiva<br />

di semplificazione (si pensi, ad esempio, all’introduzione del c.d. rito<br />

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