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Scarica il pdf - Associazione Nazionale Magistrati

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Un progetto per la giustizia<br />

mazione sugli uomini pubblici (che hanno sicuramente un ambito di tutela<br />

minore), a qualsiasi divulgazione e diffusione (anche se <strong>il</strong>lecite) di notizie<br />

apprese in questo modo e che non abbiano attinenza a fatti di r<strong>il</strong>evanza penale.<br />

Perché se è vero che la r<strong>il</strong>evanza penale non esaurisce <strong>il</strong> campo dei<br />

possib<strong>il</strong>i interessi pubblici, anche di informazione dei cittadini, è però vero<br />

che di tratta di interessi che <strong>il</strong> Costituente non permetta vengano perseguiti<br />

con questi mezzi così invasivi della privacy e della libertà personale. In particolare<br />

poi, se non vi è dubbio che non è necessario che l’intercettato sia anche<br />

indagato (potendo essere anche una persona addirittura neppure informata<br />

sui fatti), mi sembrerebbe quanto meno meritevole di maggiore attenzione<br />

la disposizione di intercettazioni su persone che non rivestono né la<br />

qualità di indagato né di persona informata sui fatti (e questo indipendentemente<br />

dal fatto che si tratti di un homo publicus o di un privato), ma che magari<br />

risultano avere rapporti di generica conoscenza o con l’indagato o, peggio<br />

ancora, con un conoscente dell’indagato o degli indagati. Di questo passo<br />

credo che nessuno si potrebbe sottrarre ad una intercettazione. E comunque,<br />

se anche tutto questo può essere giustificato in funzione<br />

dell’accertamento di reati, non è consentito per altri scopi. Ecco allora che,<br />

sia sotto un prof<strong>il</strong>o processualpenalistico, sia sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o di correttezza<br />

deontologica, credo che andrebbe posta molta attenzione nel non consentire<br />

la diffusione, anche attraverso <strong>il</strong> riporto all’interno di provvedimenti giudiziari<br />

con <strong>il</strong> “copia ed incolla” di intere conversazioni che non rivestono<br />

realmente alcun interesse penale, ma servono solo a screditare o gli stessi interlocutori<br />

o le persone di cui eventualmente costoro parlano.<br />

Si aggiunga che, quando tutto questo riguarda non semplici uomini pubblici<br />

ma uomini politici, <strong>il</strong> rischio che ne deriva è che questo tipo di diffusione<br />

appaia a sua volta funzionale a disegni politici, che è quanto di peggio<br />

possa capitare per la credib<strong>il</strong>ità di un magistrato. Per questo personalmente<br />

ritengo che debba essere posta la massima attenzione per far sì che le intercettazioni<br />

restino esclusivamente nell’ambito del processo e della r<strong>il</strong>evanza<br />

penale (magari estendendone la possib<strong>il</strong>ità di ut<strong>il</strong>izzazione - in sede penale -<br />

al di là degli angusti confini in cui adesso è ammessa), ma impedendone ogni<br />

altro tipo di ut<strong>il</strong>izzazione anche a fini di impropria informazione pubblica.<br />

Come si vede, non vi è quindi, almeno da parte mia, nessuna contrarietà<br />

di principio ad una più rigorosa disciplina in materia di intercettazioni ed alla<br />

costituzione di un archivio segreto quale era previsto dal ddl Mastella. Ma, dato<br />

che per costituire e gestire questo archivio ci vogliono soldi e uomini, dico<br />

subito che le nuove previsioni dovranno essere supportate da una previsione<br />

realistica dei loro costi economici e dalla loro effettiva copertura, da non<br />

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