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Indirizzi di saluto
mosaico che deve rappresentare un nuovo assetto della giustizia». La giustizia,
per funzionare, esige parametri di valutazione stabili e non interventi
occasionali e meramente episodici, volti a dare risposte immediate ad esigenze
contingenti, vere o presunte, rappresentate essenzialmente dalla
stampa e dalla televisione, come è avvenuto finora. Diversamente continueremo
a sfornare periodicamente leggi più o meno eccezionali per tamponare
questa o quella situazione di emergenza e seguiteremo ad esportare a Strasburgo
la nostra inefficienza, con il sovraccarico di giudizi di responsabilità
civile per durata irragionevole del processo.
A fronte di un carico di lavoro che aumenta gradualmente e inesorabilmente,
l’organico dei magistrati e del personale amministrativo in servizio
presso gli uffici giudiziari è diventato “scandalosamente” esiguo, le risorse e
i finanziamenti assegnati per spese di ufficio vengono drasticamente ridotti
senza alcuna logica di programmazione, gli strumenti informatici sono pochi
e sottoutilizzati e lasciano persistere il triste e indecoroso spettacolo di scartoffie
stipate in archivi lontani dagli uffici o ammassate nei corridoi, a disposizione
del primo che passa. Come non rendersi conto che un personale
amministrativo chiamato a svolgere compiti di perpetua emergenza come se
si muovesse all’interno dell’animato e frenetico pronto soccorso di una fortunata
serie televisiva rischia di demotivarsi e l’assenza di valide prospettive
di carriera costituisce un problema destinato a diventare prima o poi “esplosivo”,
creando una conflittualità alla lunga non più gestibile?
Far funzionare in maniera obiettiva la giustizia rappresenta la migliore e
più coraggiosa cartina di tornasole per valutare la vera vocazione riformista
di un governo. Sia detto a chiare lettere: noi magistrati attendiamo da anni
una riforma trasparente della giustizia nel suo complesso. Speriamo che sia
arrivato il momento di realizzarla. Non serve partorire progetti di legge delega
per il processo civile e per quello penale, certamente interessanti ma
necessariamente fini a se stessi, se non si valutano prima gli effetti (e le ricadute)
che le nuove normative sono destinate a produrre sull’esercizio quotidiano
della giurisdizione, in mancanza di un progetto organico e di un obiettivo
da perseguire congiuntamente.
È questa, dunque, la priorità che deve essere privilegiata e che noi magistrati
auspichiamo con ansia. Noi vogliamo che si trovi finalmente una soluzione
affinché i processi penali siano celebrati in tempi brevi, abbandonando
una volta per tutte il sistema di modalità arcaiche di notificazione degli
atti e degli avvisi che paralizza le cancellerie e che sono state pensate per un
mondo che non conosceva il computer e la posta elettronica certificata. Noi
vogliamo che si trovino rimedi per evitare che l’irragionevole durata dei
processi civili continui ad umiliare i cittadini onesti, ad esasperare gli imprenditori,
a mettere in fuga gli investitori.
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