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Mario Cicala
consigliere, Corte di Cassazione
Indice dei temi affrontati
Un progetto per la giustizia
a) Prendo atto con piacere (anche se con qualche rimpianto, da “vecchio
combattente”) che è “scoppiata la pace” ed il lupo e l’agnello pascolano insieme
(speriamo non accada come allo zoo di Mosca, ove questa convivenza
pacifica si basava sul fatto che ogni giorno si cambiava agnello).
b) Diamo tutti atto che il potere-dovere dell’autorità giudiziaria (di garanzia
della legalità, di controllo, di salvaguardia di diritti sempre più ampi e comprensivi)
non deve divenire potere di “amministrazione attiva”, di gestione
diretta dei problemi, non deve impedire le scelte politiche con cui Governo
e Parlamento rispondono alle richieste dei cittadini, di non essere rapinati
sotto casa, di veder sparire l’immondizia dalle strade.
c) Ed allora dobbiamo anche prender atto che le denunce collettive di possibili
incostituzionalità, le critiche accese possono dare l’impressione di una
magistratura che si pone di traverso; che si iscrive al fronte dei “no”, battuto
nelle recenti elezioni politiche.
d) Vi è il pericolo che le nostre prese di posizione critiche ed ipercritiche
vengano percepite come “veti”, come preannunci di future iniziative giudiziarie.
Certo non è così; però nel rapporto con l’opinione pubblica dobbiamo
anche badare all’apparenza. Sociologicamente esiste ciò che appare, e
chi determina un “apparire”, pone in essere un fatto.
e) Vi è la Corte costituzionale, io non vedo incostituzionalità nella “aggravante
clandestini”, non vedo incostituzionalità nel decreto-monnezza, altri
sono di diverso avviso; qualcuno solleverà eccezione e la Corte deciderà.
Non comprendo il perché di delibere e prese di posizione preventive.
f) Ma c’è un profilo particolare della “questione monnezza” su cui voglio
soffermarmi: molte emergenze possono essere risolte per via giudiziaria, la
“emergenza monnezza” no. Il terrorismo è stato affrontato in via giudiziaria
(sfiorando i limiti di elasticità massima della Carta costituzionale), arrestati e
condannati i terroristi, l’emergenza terrorismo è stata risolta; se riusciamo ad
arrestare e condannare tutti gli scippatori forse risolveremo il problema
scippi (o comunque lo ridurremo ai minimi termini). Per la “monnezza” invece
no. Possiamo condannare tutti i cittadini che buttano rifiuti “non differenziati”,
identificare e punire tutti quelli che buttano rifiuti speciali o pericolosi
tra i rifiuti urbani. Punire tutti coloro che mal gestiscono le discariche…
Questo sarebbe utile, ma non basta, è solo propedeutico alla soluzione
del problema. Ci vuole anche un’azione amministrativa che raccolga i ri-
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