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Antonello Ardituro<br />

sostituto, Procura della Repubblica di Napoli, componente del Cdc Anm<br />

Un progetto per la giustizia<br />

Prima di svolgere l’intervento che mi ero prefissato, intendo fare una<br />

breve considerazione sul discorso del Ministro della Giustizia. Merita la<br />

massima attenzione <strong>il</strong> fatto che egli abbia dedicato davvero pochi secondi<br />

al tema della giustizia penale e si sia invece a lungo soffermato sui rimedi,<br />

fra l’altro condivisib<strong>il</strong>i e che riprendono le proposte dell’Anm, per migliorare<br />

la giustizia civ<strong>il</strong>e. È evidente, infatti, che proprio <strong>il</strong> terreno della giustizia<br />

penale è quello più scivoloso e diffic<strong>il</strong>e da trattare, essendo più evidenti<br />

le criticità e la diversità delle soluzioni espresse dalla magistratura,<br />

dall’avvocatura, dalla maggioranza parlamentare e dall’opposizione.<br />

In sostanza <strong>il</strong> Ministro ha eluso <strong>il</strong> tema, facendo un generico richiamo<br />

al programma di governo. Ne consegue la necessità di una vig<strong>il</strong>e attesa da<br />

parte dell’<strong>Associazione</strong> dei provvedimenti che saranno proposti e approvati.<br />

Il discorso dell’onorevole Bongiorno, invece, mi consente di introdurre<br />

<strong>il</strong> tema del mio intervento, avendo fatto riferimento alla necessità di coniugare<br />

le politiche della sicurezza con quelle della giustizia e di un processo<br />

efficiente e di ragionevole durata.<br />

È chiaro che in questo ambito deve farsi una riflessione approfondita<br />

sull’attuale assetto delle Procure della Repubblica, in seguito ai recenti interventi<br />

normativi. Si fa riferimento in primo luogo alle modifiche introdotte<br />

con la riforma dell’ordinamento giudiziario che, per quanto attiene<br />

agli uffici di Procura, sono contenute prima nel d.lgs 106/06 e poi nelle r<strong>il</strong>evanti<br />

modifiche introdotte dalla legge 269/07.<br />

Fra l’altro, e questo è un dato di allarme tutto interno, devo dire che di<br />

uffici di Procura non si è quasi parlato in questo Congresso, quasi a voler<br />

dimenticare la delicatezza della questione. È questa la ragione per cui ho<br />

ritenuto di dedicare all’argomento questo breve spazio che mi è stato concesso.<br />

È ormai chiaro l’intento, pur nell’alternarsi delle maggioranze politiche,<br />

di incidere sull’esercizio della funzione requirente nella direzione<br />

dell’aumento della gerarchizzazione interna e del rafforzamento dei poteri<br />

del capo dell’ufficio, al fine di indurre un mutamento culturale nella magistratura,<br />

prima ancora che nell’opinione pubblica, che consenta di procedere<br />

senza strappi verso soluzioni di controllo politico dell’esercizio<br />

dell’azione penale.<br />

In tal senso vanno lette le norme che hanno abrogato l’art. 7 ter co. 3<br />

della legge di ordinamento giudiziario, che consentiva un’effettiva verifica<br />

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