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Carlo Fucci<br />

Un progetto per la giustizia<br />

sostituto, Procura della Repubblica Santa Maria Capua Vetere, componente del Cdc<br />

Anm<br />

La storia della magistratura degli ultimi anni è stata caratterizzata da<br />

una costante contrapposizione dialettica con <strong>il</strong> potere politico, con momenti<br />

di contrasto e di polemica per le aggressioni che subivamo.<br />

Credo si possa affermare - con <strong>il</strong> prof. Valerio Onida, ex Presidente<br />

della Corte costituzionale - che tale contrasto rientri nella fisiologica contrapposizione<br />

tra poteri politici e poteri di garanzia, che non è di per sé un<br />

fattore di crisi del sistema costituzionale fino a quando l’equ<strong>il</strong>ibrio fra i<br />

due ordini di poteri si mantiene saldo, sino a quando ciascuno dei due poteri<br />

riduce i rischi di cedere alla tentazione dell’onnipotenza.<br />

Ed in proposito è diffic<strong>il</strong>e affermare che i magistrati con l’esercizio corretto<br />

della giurisdizione e la magistratura associata invocando <strong>il</strong> rispetto<br />

della Costituzione nel momento dell’esame di riforme ordinamentali abbiano<br />

invaso <strong>il</strong> campo della politica, nonostante <strong>il</strong> messaggio inviato dalla<br />

politica al Paese sia stato spesso l’opposto.<br />

Ora aleggia ovunque una sola parola d’ordine, “dialogo”, anche in<br />

mezzo a noi, e siamo tutti convinti della necessità del dialogo e del confronto,<br />

come lo eravamo anche negli anni scorsi.<br />

Sono convinto anch’io che <strong>il</strong> dialogo - caratterizzato da una nostra<br />

spinta propositiva e da una reale reciproca predisposizione alla valutazione<br />

delle singole proposte - debba essere ricercato senza limiti, come sono<br />

convinto che sia irrinunciab<strong>il</strong>e un confronto nella fermezza della tutela dei<br />

principi costituzionali posti a salvaguardia della funzione dei magistrati<br />

nell’interesse dei cittadini e della democrazia.<br />

Quel dialogo non può, però, non tener conto della sofferenza istituzionale<br />

che si è diffusa nel nostro quotidiano giudiziario, per diversi motivi<br />

tra i quali quello della creazione di un modello di Procura quasi piramidale<br />

(che non è di per sé garanzia di maggiore efficienza e migliore qualità del<br />

lavoro) e di un modello di giudice a forte rischio di burocratizzazione con<br />

conseguente perdita delle tensioni ideali del lavoro.<br />

Allora occorre che gli autori del dialogo considerino con serenità ed<br />

oggettività:<br />

1) la richiesta di una rivalutazione dello status del magistrato, che invece<br />

subisce progressivamente una mortificazione, rivalutazione che passa anche<br />

attraverso sia una ridefinizione del sistema retributivo (a cominciare<br />

per i più giovani) - che non isoli più la magistratura ordinaria rispetto alle<br />

altre magistrature e ad altri comparti della pubblica amministrazione -, sia<br />

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