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Raffaele Sabato<br />

Limitando l’attenzione solo a taluni temi, posso allora ricordare che, richiamando<br />

anche principi Onu e la Raccomandazione del 1994, <strong>il</strong> Parere n.<br />

2 sottolinea che in materia di “carriera” le decisioni vanno assunte sulla base<br />

del “merito” e di “criteri oggettivi”, essendo inammissib<strong>il</strong>i valutazioni “politiche”<br />

11 . Il Ccje afferma che, per far “coincidere teoria e pratica”, bisogna<br />

agire sulle scelte relative ai decisori ed alle condizioni di esercizio del potere<br />

di valutazione della professionalità.<br />

I decisori più appropriati in tema di professionalità sono individuati in<br />

organi di autogoverno della magistratura, che siano però aperti alla società e<br />

trasparenti nel funzionamento; la costituzione di un Csm è la soluzione preferita<br />

12 .<br />

Quanto ai criteri “oggettivi” di valutazione della professionalità ai fini<br />

della promozione dei magistrati e della loro nomina ai vertici degli uffici,<br />

sulla base di questionario diffuso presso i diversi Stati risulta che quasi in<br />

nessun Paese esistono veri e propri “criteri” resi pubblici; <strong>il</strong> Ccje raccomanda<br />

l’adozione di siffatti criteri predeterminati, in cui <strong>il</strong> merito sia declinato in<br />

riferimento alle “qualifiche” del magistrato espressione della sua esperienza<br />

professionale, alla sua “integrità” ed all’“efficacia” dimostrata nel lavoro.<br />

Fissati i criteri, spetterebbe ai decisori semplicemente applicarli sulla base di<br />

“qualifiche” non valutate “ex post”, ma acquisite negli anni; in tale contesto<br />

varrebbe ancora, come indicatore di professionalità, l’anzianità.<br />

L’affinamento della professionalità dei magistrati, attraverso - tra l’altro -<br />

l’aggiornamento professionale, è un dovere non solo per i singoli, ma per lo<br />

“Stato” 13 : esso passa soprattutto attraverso <strong>il</strong> riconoscimento del diritto alla<br />

formazione attraverso una Scuola della magistratura espressione<br />

dell’autonomia della funzione e sotto <strong>il</strong> controllo dei Csm 14 .<br />

L’evoluzione professionale è altresì un impegno deontologico per <strong>il</strong> singolo<br />

magistrato 15 ; perché tale impegno possa assolversi, è compito dello Stato<br />

fornire le risorse materiali e logistiche necessarie; in particolare, <strong>il</strong> giudice<br />

deve essere all’uopo dotato di assistenti che consentano ricerche ed acquisizioni<br />

di materiali 16 .<br />

10 Si richiama che, al di là del mero testo dei Pareri, che non si limitano a quelli menzionati nel testo<br />

(cfr. ad es. i richiami nelle note infra), le elaborazioni del Ccje sono costituite da lavori preparatori includenti,<br />

quasi sempre, risposte a questionari rivolti agli Stati membri, rapporti di esperti scientifici, atti e conclusioni<br />

di Conferenze europee dei giudici e sessioni di lavoro con Autorità nazionali indette in via di mezzo rispetto<br />

al fine della redazione del parere; la relativa documentazione è ostesa nel sito web indicato.<br />

11 Può notarsi che <strong>il</strong> principio si applica a tutti i giudici (anche costituzionali!).<br />

12 Si veda <strong>il</strong> Parere n. 10.<br />

13 Si veda <strong>il</strong> Parere n. 4.<br />

14 Si vedano i Pareri nn. 4 e 10.<br />

15 Si veda <strong>il</strong> Parere n. 3.<br />

16 Su tali temi si soffermano diffusamente i Pareri nn. 6, 7 e 8.<br />

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