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Oreste Dominioni<br />

Oreste Dominioni<br />

presidente dell’Unione Camere penali italiane<br />

L’Unione Camere penali italiane non è un sindacato, anzi <strong>il</strong> nostro statuto<br />

ci impedisce di svolgere attività sindacale: siamo un’associazione che<br />

svolge attività politica nel settore della giustizia e in particolare del campo<br />

penale con tutti i settori che lo riguardano.<br />

Svolgerò alcune brevi riflessioni.<br />

È sicuramente indispensab<strong>il</strong>e oggi, dato lo stato di estremo degrado degli<br />

apparati giudiziari, che si adottino alcuni provvedimenti immediati, diremmo<br />

di primo soccorso, anche se, adottando questi provvedimenti in una situazione<br />

congiunturale, occorre avere come riferimento un quadro di sistema.<br />

Faccio soltanto un esempio: le notificazioni. Anche noi come Unione<br />

delle Camere penali da tempo scriviamo nei nostri documenti congressuali e<br />

politici che <strong>il</strong> sistema delle notificazioni deve essere immediatamente ristrutturato,<br />

ma naturalmente bisogna avere ben chiari quali debbano essere gli<br />

obiettivi raggiungib<strong>il</strong>i. Lo schema di per sé è semplice, molto meno fac<strong>il</strong>e sarà<br />

poi attuarlo. Si tratta di individuare la quantità di informazione sul processo<br />

che deve essere data alle parti, specialmente alle parti private, e quindi<br />

funzionalizzare l’attività di notificazione alla trasmissione di queste comunicazioni.<br />

Noi siamo assolutamente d’accordo sulla riscrittura della mappa delle circoscrizioni<br />

giudiziarie, ma ho l’impressione che per ragioni di resistenze politiche,<br />

corporative, campan<strong>il</strong>istiche e quant’altro <strong>il</strong> problema debba essere<br />

immediatamente messo all’ordine del giorno, ma forse occorrerà un tempo<br />

un po’ più lungo per riuscire a ottenere quel minimo di adesione indispensab<strong>il</strong>e<br />

a una rivisitazione della geografia giudiziaria che oggi è fonte di un<br />

grande sperpero e di una cattiva qualità di lavoro nel campo della giustizia,<br />

che forse ha necessità della buona volontà di tutti, ma ha anche la necessità<br />

di un po’ di tempo.<br />

Dedicarsi all’organizzazione, soprattutto in questa situazione, è fondamentale.<br />

Bisogna vedere bene le cause di certe disfunzioni perché solo individuando<br />

le cause si è in grado di apprestare le soluzioni adeguate. Allora<br />

noi come Camere penali abbiamo iniziato a Roma con un’indagine statistica<br />

condotta dall’istituto Eurispes (forse qualcuno ha avuto occasione di leggere<br />

quei dati) sul tema in particolare delle cause dei tempi lunghi del dibattimento.<br />

A leggere quei dati statistici si resta sconcertati e sorpresi quando si sente<br />

dire che i tempi lunghi delle udienze sono dovuti alle eccessive garanzie riconosciute<br />

alla difesa e agli imputati. I dati di quella statistica dicono esattamente<br />

<strong>il</strong> contrario, che l’esercizio delle garanzie difensive ha un’incidenza<br />

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