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Un progetto per la giustizia
stica, una valutazione effettuata ogni quadriennio e fino ai 28 anni di anzianità,
e quindi per sette volte nella carriera.
Persiste, peraltro, un forte elemento di problematicità, dato dalla commistione
tra potere esecutivo e potere giudiziario, perché tra le fonti di conoscenza
utilizzate per valutare la professionalità vi sono le «informazioni disponibili
presso… il Ministero della Giustizia» (art. 11 co. 4 lett. a) d.lgs n.
160/2006).
Per dare spessore al nuovo sistema di valutazione, è poi intervenuta la
circolare del Csm 4/10/2007 n. 129/2007, c.d. circolare Viola. Si tratta di
un provvedimento che, pur se redatto in tempi brevissimi per rispettare il
disposto normativo, e quindi ragionevolmente passibile di migliorie ed aggiustamenti
futuri dopo le prime applicazioni, rappresenta un testo già più
che soddisfacente, che prevede una disciplina analitica, con una procedura
equilibrata che consente al magistrato di interloquire.
Pur non essendo questa la sede per una completa disamina della circolare,
che per la sua complessità non può essere riassunta in poche battute,
senza pretesa di completezza e solo per lumeggiare i passaggi principali può
ricordarsi che:
- vengono individuati i tre requisiti di indipendenza, imparzialità ed equilibrio,
da valutarsi con un semplice giudizio formulato con ‘nulla da rilevare’
o ‘negativo’;
- vengono individuati i quattro parametri della capacità (che tiene conto del
tanto discusso e temuto esito dei giudizi impugnatori, solo nel caso di ‘significativa
anomalia’); della laboriosità (che fa riferimento alla produttività dei
magistrati dell’ufficio, in attesa degli standard medi elaborati d’intesa con il
Ministero); della diligenza; dell’impegno. Il giudizio per ciascun parametro
può essere positivo, carente o gravemente carente;
- viene formulata una valutazione finale con giudizio positivo; non positivo
(laddove uno o più parametri siano carenti, ovvero un parametro sia gravemente
carente); negativo (laddove sia negativo uno dei requisiti, sia gravemente
carente più di un parametro o persista la carenza di un parametro
dopo un giudizio non positivo).
In conclusione, può certamente dirsi che la scommessa circa il funzionamento
del sistema di valutazione della professionalità del magistrato non
può prescindere dall’attendibilità e dalla credibilità delle fonti di conoscenza,
ed in particolare del rapporto dei dirigenti e del parere del Consiglio giudiziario,
fonti che debbono divenire finalmente davvero personalizzate. Per
facilitare questo approdo, già sono stati previsti modelli uniformi e non più
pareri in forma libera; indicatori per incarichi direttivi e semidirettivi analiticamente
individuati dalle circolari del Csm 10/4/2008 e 30/4/2008; una va-
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