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Luca Poniz<br />

stretto, involgendo la stessa struttura del sistema penale, nonché <strong>il</strong> rapporto<br />

tra la magistratura e gli organi ad essa esterni di cui tuttavia dispone, o<br />

dovrebbe disporre, per esercitare le proprie prerogative.<br />

Investe, allora, <strong>il</strong> senso stesso del rapporto tra la magistratura e l’ordinamento,<br />

di cui la magistratura è parte.<br />

Ed ancora, perché la riflessione sull’efficienza non si risolva in una banale,<br />

contab<strong>il</strong>istica riflessione, fac<strong>il</strong>mente suscettib<strong>il</strong>e di trasformare <strong>il</strong> problema<br />

dall’efficienza, all’”efficientismo”, in una logica puramente numerica<br />

di procedimenti definiti, in qualsivoglia modo, <strong>il</strong> tema fondamentale è<br />

quello della qualità della giurisdizione, che è qualità del “servizio” che si<br />

rende.<br />

Così, ad esempio, se statisticamente è positivo, per un pm, aver archiviato<br />

un procedimento, purchessia - magari con motivazione di st<strong>il</strong>e e<br />

senza approfondimenti investigativi - irr<strong>il</strong>evante essendo, nella logica puramente<br />

numerica, per quali ragioni e soprattutto con quali modalità esso<br />

sia stato archiviato, c’è da chiedersi se tale soluzione - capace di mostrare<br />

secondo un certo parametro la tempestività della soluzione - sia una risposta<br />

di giustizia, in relazione alle diverse aspettative che quel procedimento<br />

determinava, per esempio nelle persone offese.<br />

Dunque, la domanda non è solo “efficienza”, ma “quale efficienza”,<br />

appunto. Perché i contenuti sono multiformi, e quasi necessariamente opinab<strong>il</strong>i.<br />

E le domande non investono solo noi, ovviamente, ma <strong>il</strong> sistema, nel<br />

suo complesso, le scelte politiche fondamentali, che hanno investito ed<br />

investono la giurisdizione, nelle scelte di politica criminale così come nelle<br />

strutture portanti <strong>il</strong> processo, nella gestione dell’organizzazione giudiziaria,<br />

così come nella politica dell’amministrazione.<br />

Ed è allora impossib<strong>il</strong>e non notare - e da qui procedere nell’analisi -<br />

come, a fronte di una dichiarata diffidenza verso la giurisdizione, che la<br />

classe politica e, duole dirlo, la stessa società civ<strong>il</strong>e hanno variamente, ed<br />

in modo crescente, manifestato nel corso degli anni, sulla giurisdizione<br />

sono stati e sono sempre di più trasferiti compiti che, per natura e dimensioni,<br />

hanno una sostanziale natura di governo di fenomeni complessi e certo<br />

insolub<strong>il</strong>i nella logica del processo penale, che si carica, per questa via,<br />

di funzioni improprie e largamente inesigib<strong>il</strong>i; con l’effetto, ulteriore, di<br />

trasferire, con <strong>il</strong> governo di un fenomeno sociale per via penale, <strong>il</strong> rischio<br />

del suo fallimento, e dunque, ancora, di mostrare, appunto, l’inefficienza<br />

della giurisdizione.<br />

Molti esempi si potrebbero fare a sostegno di questa riflessione. Da ultimo,<br />

le recentissime polemiche su scelte di politica criminale, avvenute o<br />

annunciate, in tema di immigrazione hanno evidenziato ancora una volta<br />

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