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Un progetto per la giustizia
E tali risultati non positivi sono dovuti essenzialmente a due fattori:
anzitutto perché è stato chiamato ad intervenire un mediatore generalmente
poco motivato (anche sotto il profilo economico) e, poi, perché
nessuna concreta incidenza è stata riconosciuta nel processo alla concreta
attività di mediazione espletata, tanto che il più delle volte quest’ultima è
stata considerata dalle parti solo come un semplice ed inutile adempimento
burocratico.
Per ottenere un risultato deflativo del contenzioso, idoneo anche ad incidere
positivamente sui tempi della giustizia civile, sarebbe pertanto necessario
intervenire sui due aspetti sopra indicati, ovverosia da un lato motivando
il mediatore nello svolgimento dell’attività e, dall’altro, garantendo
un ritorno concreto dell’attività di mediazione sul processo, ove
quest’ultimo dovesse transitare da tale fase preliminare a quella contenziosa.
Sotto il primo profilo, allo svolgimento dell’attività dovrebbero esser
chiamati soggetti forniti di adeguata preparazione professionale, ai quali
deve esser riconosciuto un giusto compenso per l’attività espletata.
Non sarebbe di particolare rilievo l’incidenza sulle casse dello Stato, sia
perché al compenso si potrebbe far fronte con parte del contributo unificato
corrisposto dalle parti, sia perché la pronta definizione in questa fase
si risolverebbe in una considerevole riduzione dei costi ordinari che oggi il
sistema sostiene per giungere alla definizione di una controversia.
Inoltre, la mediazione potrebbe risolversi in una favorevole occasione
di lavoro per tanti giovani laureati, che in tal modo sarebbero pure in grado
di affinare la propria capacità tecnica in vista del conseguimento di altri
obiettivi professionali.
Sotto altro profilo, occorre garantire una concreta incidenza di tale fase
preliminare sull’eventuale giudizio successivo.
Penso al riguardo all’obbligo per il mediatore di concludere sempre la
sua attività con una proposta di deliberazione in diritto, caratterizzata dalla
sola succinta indicazione delle ragioni della decisione, in modo da contenere
in tempi ragionevoli e predeterminati la definizione della fase.
Le parti, poi, dovrebbero esser chiamate ad accettare o rifiutare per iscritto
tale proposta, in modo da porre il giudice nelle condizioni di valutarne
il comportamento nel caso in cui il processo dovesse transitare alla
successiva fase.
In questa seconda fase contenziosa, l’eventuale conclusione del giudizio
in modo conforme alla proposta non accettata dovrebbe esser valutata
in termini di condanna alle spese, anche a carico del vincitore che non ha
accettato l’originaria proposta di mediazione, e dovrebbe dar luogo ad una
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