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Scarica il pdf - Associazione Nazionale Magistrati

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Un progetto per la giustizia<br />

ha deliberato sull’iter di formazione dei programmi organizzativi, che devono<br />

essere <strong>il</strong> frutto di momenti di ampia partecipazione dei magistrati<br />

dell’ufficio, ed essere finalizzati a un esercizio razionale dell’azione in considerazione<br />

dei flussi, dei mezzi e delle risorse disponib<strong>il</strong>i.<br />

Ma, soprattutto, ha r<strong>il</strong>evato che i criteri adottati dai Procuratori<br />

nell’organizzazione degli uffici «assumono r<strong>il</strong>evanza ai fini delle valutazioni<br />

di professionalità e di idoneità del dirigente (anche attraverso<br />

l’inserimento nel fascicolo personale) e, nei casi più gravi, sul versante<br />

dell’incompatib<strong>il</strong>ità funzionale». Indicazione di r<strong>il</strong>evante importanza, alla<br />

luce della temporaneità degli incarichi direttivi e delle valutazioni per <strong>il</strong><br />

rinnovo all’esito del primo quadriennio.<br />

La delibera del Consiglio offre ancora grandi opportunità di tutela del<br />

principio democratico all’interno delle Procure, e di controllo partecipato<br />

da parte dei sostituti sulle scelte del Procuratore. Si tratta di aumentare <strong>il</strong><br />

livello della partecipazione preventiva alle scelte; di “esigere” forme di discussione<br />

ampia sulle soluzioni organizzative; di segnalare al Consiglio ogni<br />

elemento di forzatura da parte del Procuratore dei suoi già ampi poteri,<br />

perché ciò costituisca elemento di valutazione della professionalità del<br />

dirigente, anche in sede di conferma. La scommessa che la magistratura<br />

deve affrontare, in particolar modo nell’ambito dell’organizzazione degli<br />

uffici di Procura, è dunque quella della capacità e della qualità dei dirigenti,<br />

della loro formazione specifica e della relativa valutazione in sede di nomina<br />

e di conferma. Occorre un Consiglio superiore consapevole di tale<br />

responsab<strong>il</strong>ità, che abbandoni la strada delle mere declamazioni ed operi<br />

sotto la lente dell’art. 97 Cost. per garantire effettività, efficacia e buon<br />

andamento degli uffici. La sfida del legislatore, che aumenta i poteri di direzione<br />

e coordinamento del capo e ne orienta l’operato a criteri di efficienza,<br />

deve essere accolta e non boicottata, e passa per scelte umane e<br />

professionali di grande spessore, sganciate da considerazioni di appartenenza<br />

e micro-corporative, nell’ottica del priv<strong>il</strong>egio della capacità sull’anzianità.<br />

Ed occorrono, inevitab<strong>il</strong>mente, sostituti impegnati non solo “sul<br />

fascicolo”, ma prima ancora “nell’ufficio”, nella consapevolezza che <strong>il</strong><br />

contributo alla migliore e più efficace organizzazione, nonché <strong>il</strong> faticoso e<br />

delicato apporto al controllo delle soluzioni adottate dal capo, rappresenta<br />

<strong>il</strong> prius indefettib<strong>il</strong>e per un efficace esercizio dell’azione penale. Nelle nuove<br />

Procure, dunque, non c’è posto per i pigri ed i pavidi: solo sostituti impegnati,<br />

preparati e professionali possono, insieme, fare da contraltare ai<br />

penetranti poteri del capo e contribuire ad un’azione capace di dare risposte<br />

alle esigenze di tutela dei cittadini.<br />

In questo quadro, del resto, particolarmente delicata è la situazione degli<br />

uffici piccoli, spesso destinati a fronteggiare emergenze criminali di par-<br />

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