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Andrea Reale
natore della Repubblica. Credo che si tratti di temi serissimi ed altrettanto
vitale appare che ad essi venga data massima diffusione e possano creare un
dialogo ed un confronto all’interno della magistratura associata, senza i quali
si rischia di porre seriamente a repentaglio l’esistenza della democrazia
all’interno della medesima. Spero che non abbia più a perpetuarsi questa indifferenza
al contenuto degli atti trasmessi dalle ramificazioni della Associazione.
Se mi è consentito concludere, invoco una maggiore trasparenza di tutti i
bilanci e degli incarichi dell’Associazione.
E altra fondamentale esigenza che si richiede alla magistratura associata è
quella di recidere il cordone ombelicale con il Consiglio superiore della magistratura.
Per riuscire a dare credibilità e fiducia a tutti i magistrati
dell’Associazione bisogna distinguere nettamente i due aspetti: quello
dell’istituzione Csm e quello dell’Anm. Fin quando non capiremo che questo
genere di battaglia è la prima, la più importante, fin quando non vedremo
che certi passaggi da un organo a un altro possono diventare pericolosi
per la nostra stessa democrazia interna, non riusciremo mai a restituire ai
cittadini e, soprattutto, a noi stessi la fiducia di credere nell’ordine giudiziario.
Per finire, solo un invito al neo presidente, quello di improntare il suo lavoro
a due parametri: il primo è l’umiltà di comprendere le colpe che ci sono
nell’Associazione e di combattere i vizi che abbiamo e che sono tanti
all’interno della stessa; il secondo è il coraggio di andare avanti, di dire le cose
forti nei confronti di tutte le istituzioni, compreso il Csm, il Ministero,
anche ponendosi contro l’opinione pubblica e contro gli stessi appartenenti
alle correnti di provenienza, al fine di potere assurgere davvero a voce libera
ed autonoma a tutela del prestigio e dell’indipendenza di tutti gli associati e
della magistratura unitariamente considerata.
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