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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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alla corte sabauda, anche la contessa Provana che si impegnò per la pensione<strong>di</strong> Margarita Fiore, il cui ingresso al Soccorso nel 1715 avvenne per interventodella stessa Madama Reale 156 . Troviamo ancora un’esponente <strong>di</strong> questogruppo nel 1763, con la baronessa Paola Piossasco che intervenne per l’ingressodella cattolizzata Gioanna Mojetta, benché la pensione fosse pagatada un certo Bianco. Come ho già evidenziato nel paragrafo precedente infatti,anche l’ammissione delle cattolizzate richiedeva una raccomandazione e ungarante. Sin dal secondo decennio del Settecento, fra gli uomini fideiussoriiniziano a emergere esponenti della nobiltà attiva nelle cariche più elevatedella pubblica amministrazione. Dal 1714 troviamo il consigliere <strong>di</strong> Stato epresidente patrimoniale e <strong>di</strong> finanze Gabuti, impegnato nel pagamento dellaretta per una certa Bolleman 157 . Un anno dopo troviamo l’au<strong>di</strong>tore generalee controllore generale della casa <strong>di</strong> “Sua Altezza Reale”, il conte GabrieleGrondona 158 , come fideiussore <strong>di</strong> una giovane originaria <strong>di</strong> Varallo e ammessaal Deposito. Ad essi si affiancano esponenti dell’élite non nobile ma <strong>di</strong>particolare prestigio. Tale fu il banchiere Bogetto, fideiussore <strong>di</strong> Anna LuciaDalmassa, che fece il suo ingresso nel Soccorso nel 1715 come pensionaria 159 .Molti fideiussori e patroni furono confratelli della <strong>Compagnia</strong>: GabrieleGrondona entrò a farne parte nel 1676, Ignazio Gabuti nel 1698 e GabrieleBogetto nel 1704 160 . Per ciò che riguarda il marchese Pallavicino emergeun legame ad<strong>di</strong>rittura plurigenerazionale, se pensiamo che Tesauro ricordaun suo avo, il marchese Giacomo Aurelio Pallavicino come vicerettore della<strong>Compagnia</strong> nel 1598, alla vigilia della peste 161 .Un certo numero <strong>di</strong> questi personaggi li ritroviamo poi come autori <strong>di</strong>lasciti testamentari a favore della <strong>Compagnia</strong> e delle sue opere. La marchesad’Entraque lasciò alla <strong>Compagnia</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> lire 20.000 per monacare156ASSP, I, CSP, Repertori dei lasciti, 163, s.v. «Soccorso», or<strong>di</strong>nato dell’11 agosto 1715.157ASSP, I, CSP, Bilanci, 33, conto del Soccorso del 1714.158Nacque a Torino nel 1653 e morì nel 1724. Era figlio <strong>di</strong> Marc’Antonio, consigliere, controlloregenerale della casa <strong>di</strong> “Sua Altezza” e tesoriere <strong>di</strong> “Sua Altezza”. Sposò Clara MargheritaQuadro <strong>di</strong> Ceresole, figlia anch’essa <strong>di</strong> un au<strong>di</strong>tore, Giampietro (Manno, 1865-1906,<strong>vol</strong>. XIII, p. 584).159Gabriele Bogetto era il fratello più anziano <strong>di</strong> Ludovico e Giulio Cesare, con i qualiaveva un negozio <strong>di</strong> banca e seta con un ampissimo giro <strong>di</strong> affari che si estendeva ben fuoridal regno sabaudo, verso Milano, la Francia e l’Inghilterra. Fra i tre fratelli visse un fortissimosodalizio attraverso il quale riuscirono a ra<strong>di</strong>care la loro presenza nelle istituzioniurbane, assistenziali e non della città, ed ebbero i loro punti forti nel consiglio municipale,nel consolato, nell’Ospedale <strong>di</strong> carità, nella <strong>Compagnia</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> e nelle relative opere(Maritano, 2005).160ASSP, I, CSP, Elenchi degli ufficiali e dei confratelli, 5, fasc. 1.161Tesauro, 2003, p. 246.103

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