<strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> alienarono per 17.500 lire d’argento questo e<strong>di</strong>ficio ai Padri <strong>di</strong><strong>San</strong>ta Teresa 20 . Il 23 luglio acquistarono per il Soccorso una casa nei pressidella chiesa della Madonna degli Angeli, situata nell’isolato <strong>di</strong> <strong>San</strong>t’Agnese,fra le attuali vie Cavour, Carlo Alberto, Andrea Doria e Lagrange 21 .Probabilmente le ospiti della Casa si recavano alla messa nella vicinachiesa della Madonna degli Angeli, ma nel 1668 gli amministratori or<strong>di</strong>narono«farsi una Cappella in detta Casa ove le figlie debbano intendere la <strong>San</strong>taMessa e ciò affine <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re la fuga <strong>di</strong> esse come è occorso poco tempofa» 22 . Nel 1705 il censimento 23 effettuato nel mese <strong>di</strong> agosto-settembre in<strong>di</strong>capresenti nell’isola: venti unità abitative, tra cui l’opera del Soccorso, dove èin<strong>di</strong>cata la presenza <strong>di</strong> 20 «bocche umane» senza però i relativi nominativi,ed è pure segnalata la presenza <strong>di</strong> un’altra casa sempre <strong>di</strong> proprietà della<strong>Compagnia</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong>.Sono <strong>di</strong>sponibili presso l'ASSP i ren<strong>di</strong>conti dal 1701 al 1707 e dal 1714al 1719, risultano mancanti quelli dal 1708 al 1713. La lacuna si può integrarecon i conti presenti in una versione non definitiva presso le Sezioni Riunitedell'AST 24 . Tra le spese in<strong>di</strong>cate vi sono quelle sostenute nel 1703: 154 lire perriparazioni effettuate da mastro Clerico 25 e nel 1705 lire 12.10 26 per trasportarepagamento <strong>di</strong> matteriali, oppere et condotte sudette».20AST, s.r., Insinuazione <strong>di</strong> Torino, 1653, l. 2, c. 605, citato da Laurora - Niccoli, 2007, p. 37.I confini erano così definiti: i Padri <strong>di</strong> <strong>San</strong>ta Teresa a mezzanotte, a ponente e sud la strada,a levante la piazzetta.21AST, s.r., Insinuazione <strong>di</strong> Torino, 1652, l. 12, c. 13, citato da Laurora - Niccoli, 2007, pp. 38-39.22ASSP, I, CSP, Repertori degli or<strong>di</strong>nati, 27, s.v. «Soccorso», or<strong>di</strong>nato 22 aprile 1668, c. 726.23AST, s.r., Camerale Piemonte, art. 530, Consegne <strong>di</strong> famiglia. «Elenco dei cantoni e isole edelle case particolari <strong>di</strong> Torino secondo i Rolli del 1705». Questo censimento è stato oggetto<strong>di</strong> attento stu<strong>di</strong>o in Casanova, 1909, pp. 3-143. La raccolta dei dati avvenne tra il 29 agostoe il 6 settembre 1705, su or<strong>di</strong>ne del duca Vittorio Amedeo II, in previsione dell’asse<strong>di</strong>o chei Francesi si apprestavano a porre a Torino, per conteggiare le “bocche umane” e stabilirela quantità <strong>di</strong> viveri necessari per nutrire la città asse<strong>di</strong>ata, inoltre si dovevano in<strong>di</strong>viduarei citta<strong>di</strong>ni abili alle armi. Su questa importante raccolta statistica cfr. anche Symcox, 2002,p. 753, e Zucca Micheletti, 2006, pp. 133 sgg. Secondo la trascrizione del Casanova (p. 19)nel cantone <strong>di</strong> <strong>San</strong>t'Agnese, numerato II, le unità abitative, precedute dal numero loro attribuito,erano: n. 24, Berneza, n. 25, Amoretti, n. 26, S. <strong>Paolo</strong>, opera <strong>di</strong> socc. delle verg. orfane<strong>di</strong> S. <strong>Paolo</strong>, n. 27, MM. della Visitazione, n. 28, Ratta, n. 29, Sorella, n. 30, Ferera, n. 31, Gays,n. 32, Rochis, n. 33, Gigna, n. 34, Marchesa, n. 35, casa <strong>di</strong> S. <strong>Paolo</strong> (casa del Deposito), n. 36,Bonzanina, n. 37, Cebrana, n. 38, Vaccarina, n. 39, Cebrana, n. 40, Cornetta, n. 41, Antonielli,n. 42, Chiesa.24ASSP, I, CSP, Bilanci, 32, conti del 1701-1707, e 33, conti del 1714-1719; AST, s.r., CameralePiemonte, art. 436. Questi bilanci (1709-1729) si trovano presso l’AST forse a causa <strong>di</strong>quanto avvenuto con il cosiddetto “caso Berlenda”. Per quest’ultimo cfr. Merlotti, 2005, p.154, e Signorelli, 2005, pp. 65-66, 95.25ASSP, I, CSP, Bilanci, 32, 1703, conto del Soccorso, c. 158.26La moneta corrente era la Lira piemontese, che seguiva la sud<strong>di</strong>visione della Lira sterlina:289
pali e salici per la costruzione della «topia del giar<strong>di</strong>no» pagata a mastro Serravalle20 lire «a conto della loggia». Si spesero per la Cappella 27 lire 90, cosìsud<strong>di</strong>vise: il primo marzo 1706 al tappezziere Carlo Triulzio lire 52, il 12 marzolire 25 per il baldacchino e il 24 marzo lire 13 per una «pianeta».3. Le se<strong>di</strong> del Deposito tra il 1684 e il 1720 e il mancato acquisto <strong>di</strong> <strong>San</strong>ta CroceLa seconda istituzione per l’assistenza femminile della <strong>Compagnia</strong> <strong>di</strong><strong>San</strong> <strong>Paolo</strong>, la Casa del deposito, fu promossa nel 1684 dal gesuita padre GiulioVasco 28 con l’aiuto determinante della contessa Margherita Falcombello 29 ,nella cui casa fu ospitata inizialmente 30 . Nel bilancio della <strong>Compagnia</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong><strong>Paolo</strong> del 1704 è segnalato che l’istituzione pagava un affitto al conte Tarino31 per un e<strong>di</strong>ficio che è stato identificato essere nell’isolato <strong>di</strong> <strong>San</strong>t’AntonioAbate, in via Po, l’ultimo sul lato sinistro in <strong>di</strong>rezione del fiume Po. Il Depositoera composta da 20 sol<strong>di</strong>, ogni soldo era formato da 12 denari, per cui la Lira era formatada 240 denari. Per como<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> lettura del testo d’ora in avanti verrà in<strong>di</strong>cata la cifra senzasol<strong>di</strong> e denari.27ASSP, I, CSP, Bilanci, 32, 1706, conto del Soccorso, c. 352.28Direttore spirituale della <strong>Compagnia</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> dal 1677 al 1697 (Grassi, 1998, p. 143,e Manno, 1895-1906, <strong>vol</strong>. XXVII, p. 112).29Manno, 1895-1906, <strong>vol</strong>. XX, p. 315, s.v. «Peracchino». Margherita Falcombello (1633-1686) moglie in seconde nozze del barone, senatore e capitano generale <strong>di</strong> giustizia GianFrancesco Peracchino. Era <strong>di</strong> famiglia benestante, il padre Bartolomeo Falcombello era statomunizioniere generale del re <strong>di</strong> Francia (ossia appaltatore della fornitura del pane per lesue truppe). La Peracchino fece testamento il 10 luglio 1686, legando all’Opera del depositodella Congregazione <strong>di</strong> S. <strong>Paolo</strong> tutti gli interessi derivanti da un atto rogato il 10 agosto 1647(AST, s.r., Insinuazione <strong>di</strong> Torino, 1686, l. 7, <strong>vol</strong>. 2, c. 702). Chiese che il suo cuore fosse espiantato(purché non fosse morta <strong>di</strong> malattia infettiva) e inviato nel monastero delle suore dellaVisitazione <strong>di</strong> Pinerolo. Queste ultime dovevano farlo murare a lato della porta d’ingresso delcoro, una lapide così concepita ne avrebbe segnalata la presenza: «sorelle care, pregate Id<strong>di</strong>oper l’anima <strong>di</strong> Margarita Falcombella, una delle vostre prime figlie donzenenti» (ibid., c. 701).30Tesauro, 1701, p. 131.31Non esistono in<strong>di</strong>cazioni che consentano una identificazione certa <strong>di</strong> questo personaggio,che potrebbe essere il conte Francesco Domenico Tarino Imperiale, confratello della<strong>Compagnia</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> dal 1696 al 1742 (cfr. Casanova, 1909, p. 20). Nel Cantone VIIIde<strong>di</strong>cato a <strong>San</strong>t'Antonio Abate, gli abitanti sono in<strong>di</strong>cati: n. 85, Pavia, n. 86 Monetto, n. 87,Tarino, n. 88, Ferraris, n. 89, Pisana, n. 90, Paneaglia, n. 91, monsu Le Grand, n. 92, confr. SS.Annunziata, n. 93, Anselma, n. 94, PP. <strong>di</strong> S. Antonio, n. 95, PP. Sudario. Secondo il citato censimento(Casanova, 1909, p. 133) il conte Tarino abitava con la famiglia nel cantone XXVIIInell’isola <strong>di</strong> <strong>San</strong>ta Cristina. Per il pagamento dell’affitto si veda ASSP, I, CSP, Bilanci, 32,1704, conto del Deposito, c. 236, l’importo per il 1704 era <strong>di</strong> lire 550, <strong>di</strong>vise in due tranches <strong>di</strong>275 lire pagate a Pasqua e a <strong>San</strong> Michele (29 settembre). Per Tarino Imperiale cfr. Manno,1895-1906, <strong>vol</strong>. XXVI, p. 89.290
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