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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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pali e salici per la costruzione della «topia del giar<strong>di</strong>no» pagata a mastro Serravalle20 lire «a conto della loggia». Si spesero per la Cappella 27 lire 90, cosìsud<strong>di</strong>vise: il primo marzo 1706 al tappezziere Carlo Triulzio lire 52, il 12 marzolire 25 per il baldacchino e il 24 marzo lire 13 per una «pianeta».3. Le se<strong>di</strong> del Deposito tra il 1684 e il 1720 e il mancato acquisto <strong>di</strong> <strong>San</strong>ta CroceLa seconda istituzione per l’assistenza femminile della <strong>Compagnia</strong> <strong>di</strong><strong>San</strong> <strong>Paolo</strong>, la Casa del deposito, fu promossa nel 1684 dal gesuita padre GiulioVasco 28 con l’aiuto determinante della contessa Margherita Falcombello 29 ,nella cui casa fu ospitata inizialmente 30 . Nel bilancio della <strong>Compagnia</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong><strong>Paolo</strong> del 1704 è segnalato che l’istituzione pagava un affitto al conte Tarino31 per un e<strong>di</strong>ficio che è stato identificato essere nell’isolato <strong>di</strong> <strong>San</strong>t’AntonioAbate, in via Po, l’ultimo sul lato sinistro in <strong>di</strong>rezione del fiume Po. Il Depositoera composta da 20 sol<strong>di</strong>, ogni soldo era formato da 12 denari, per cui la Lira era formatada 240 denari. Per como<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> lettura del testo d’ora in avanti verrà in<strong>di</strong>cata la cifra senzasol<strong>di</strong> e denari.27ASSP, I, CSP, Bilanci, 32, 1706, conto del Soccorso, c. 352.28Direttore spirituale della <strong>Compagnia</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> dal 1677 al 1697 (Grassi, 1998, p. 143,e Manno, 1895-1906, <strong>vol</strong>. XXVII, p. 112).29Manno, 1895-1906, <strong>vol</strong>. XX, p. 315, s.v. «Peracchino». Margherita Falcombello (1633-1686) moglie in seconde nozze del barone, senatore e capitano generale <strong>di</strong> giustizia GianFrancesco Peracchino. Era <strong>di</strong> famiglia benestante, il padre Bartolomeo Falcombello era statomunizioniere generale del re <strong>di</strong> Francia (ossia appaltatore della fornitura del pane per lesue truppe). La Peracchino fece testamento il 10 luglio 1686, legando all’Opera del depositodella Congregazione <strong>di</strong> S. <strong>Paolo</strong> tutti gli interessi derivanti da un atto rogato il 10 agosto 1647(AST, s.r., Insinuazione <strong>di</strong> Torino, 1686, l. 7, <strong>vol</strong>. 2, c. 702). Chiese che il suo cuore fosse espiantato(purché non fosse morta <strong>di</strong> malattia infettiva) e inviato nel monastero delle suore dellaVisitazione <strong>di</strong> Pinerolo. Queste ultime dovevano farlo murare a lato della porta d’ingresso delcoro, una lapide così concepita ne avrebbe segnalata la presenza: «sorelle care, pregate Id<strong>di</strong>oper l’anima <strong>di</strong> Margarita Falcombella, una delle vostre prime figlie donzenenti» (ibid., c. 701).30Tesauro, 1701, p. 131.31Non esistono in<strong>di</strong>cazioni che consentano una identificazione certa <strong>di</strong> questo personaggio,che potrebbe essere il conte Francesco Domenico Tarino Imperiale, confratello della<strong>Compagnia</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> dal 1696 al 1742 (cfr. Casanova, 1909, p. 20). Nel Cantone VIIIde<strong>di</strong>cato a <strong>San</strong>t'Antonio Abate, gli abitanti sono in<strong>di</strong>cati: n. 85, Pavia, n. 86 Monetto, n. 87,Tarino, n. 88, Ferraris, n. 89, Pisana, n. 90, Paneaglia, n. 91, monsu Le Grand, n. 92, confr. SS.Annunziata, n. 93, Anselma, n. 94, PP. <strong>di</strong> S. Antonio, n. 95, PP. Sudario. Secondo il citato censimento(Casanova, 1909, p. 133) il conte Tarino abitava con la famiglia nel cantone XXVIIInell’isola <strong>di</strong> <strong>San</strong>ta Cristina. Per il pagamento dell’affitto si veda ASSP, I, CSP, Bilanci, 32,1704, conto del Deposito, c. 236, l’importo per il 1704 era <strong>di</strong> lire 550, <strong>di</strong>vise in due tranches <strong>di</strong>275 lire pagate a Pasqua e a <strong>San</strong> Michele (29 settembre). Per Tarino Imperiale cfr. Manno,1895-1906, <strong>vol</strong>. XXVI, p. 89.290

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