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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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Firenze in tinta naturale, dopo attente ricerche presso le mo<strong>di</strong>ste. Dovevamo esserecivettuole col cappellino e l’abito in alpaca blu tutto a pieghe che scendevanodal corpetto, solo trattenute in vita da una cintura nera, tanto che l’allora EIAR-RADIO Torino ci de<strong>di</strong>cò una trasmissione chiamandoci ‘le brune ron<strong>di</strong>nelle delDuchessa Isabella’ 233 .L’uniforme rappresentava senza dubbio un elemento <strong>di</strong> forte identificazionee appartenenza, tanto da <strong>di</strong>ventare oggetto <strong>di</strong> confronto se non ad<strong>di</strong>rittura<strong>di</strong> competizione con le alunne <strong>di</strong> altre scuole.Spesso incrociavamo le brune file delle Figlie dei Militari, contrassegnate da larghebande azzurre sulla <strong>di</strong>visa scura e dal cappello da cavallerizze con lungo nastroazzurro pendente sulla schiena; le osservavamo quasi commiserandole peril costume ben più antiquato del nostro, mentre esse a loro <strong>vol</strong>ta sembravanodegnarci appena <strong>di</strong> uno sguardo, con estrema sufficienza 234 .Nel contesto culturale dell’epoca la <strong>di</strong>visa rispecchiava fedelmente lo statussociale <strong>di</strong> cui si faceva parte. Non è un caso, quin<strong>di</strong>, che si attribuisse tantaimportanza alla cura dell’immagine, <strong>di</strong> cui l’uniforme era espressione <strong>di</strong>retta.6. Una giornata all’interno dell’Educatorio6.1 La quoti<strong>di</strong>anità tra stu<strong>di</strong>o e tempo liberoLa vita all’interno dell’Educatorio duchessa Isabella era scan<strong>di</strong>ta da rigi<strong>di</strong>orari che lasciavano poco tempo libero alle fanciulle. Le attività variavano <strong>di</strong>giorno in giorno, ma sempre secondo un calendario molto preciso e dai ritmimolto sostenuti. Come emerge da un prospetto del 1882, l’orario settimanaleprevedeva che le alunne si svegliassero molto presto: alle sei nei giorni feriali,mezz’ora più tar<strong>di</strong> la domenica, mentre nel periodo estivo la sveglia avvenivaalle cinque, «perché si esce <strong>di</strong> buon mattino prima <strong>di</strong> scuola» 235 . Il momento delriposo era, invece, fissato tutti i giorni alle nove e mezza. Le attività strutturateoccupavano le fanciulle per ben 54 ore alla settimana e prevedevano lezioniscolastiche per 36 ore, lavori femminili per un totale <strong>di</strong> 12 ore e circa 6 orefra lezioni <strong>di</strong> ballo, ginnastica e <strong>di</strong>segno. La mattina era organizzata secondouno schema che rimaneva invariato dal lunedì al sabato: le attività scolastiche233Ibid., pp. 37-38.234Ibid., p. 18.235Ibidem.264

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