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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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un certo tempo attuate 276 . Naturalmente in tutto ciò dovette esserci la complicità<strong>di</strong> qualche elemento del personale e la <strong>vol</strong>ontà <strong>di</strong> allentare la <strong>di</strong>sciplina o,come sosteneva il conte <strong>di</strong> <strong>San</strong> Martino <strong>di</strong> Agliè nei confronti <strong>di</strong> Anna Dallamano,l’incapacità <strong>di</strong> mantenerla 277 .La paura <strong>di</strong> espulsioni doveva invece frenare le manifestazioni troppoaperte <strong>di</strong> ribellione. Come abbiamo già sottolineato infatti, seppure tolleratocon fatica, l’internamento era percepito come utile. Al Deposito, i regolamentiprescrivevano il licenziamento imme<strong>di</strong>ato <strong>di</strong> coloro che si <strong>di</strong>mostravanoscandalose e incorreggibili, e nel luglio del 1738, proprio in occasione del licenziamentodella figlia Romagnola «a causa dell’inquietu<strong>di</strong>ne che procuravaalla casa», si ribadì che lo stesso provve<strong>di</strong>mento doveva prendersi verso lealtre figlie <strong>di</strong> simile indole 278 .Un altro atteggiamento che emerge spesso nei comportamenti delle internateè la ricerca del proprio vantaggio sia a scapito delle compagne chedell’istituzione. È a un tale atteggiamento che sono riconducibili alcune raccomandazionipresenti nei regolamenti, quali il «non rapirsi il cibo l’una conl’altra», o <strong>di</strong>vieti, come quello del 1740 nei confronti delle invigilatrici, <strong>di</strong> nonappropriarsi del guadagno delle <strong>di</strong>scepole quand’erano destinate a insegnarealle meno abili 279 . Ed è emblematico <strong>di</strong> un rapporto <strong>di</strong> estrema <strong>di</strong>ffidenzamostrato dall’opera, e <strong>di</strong> una <strong>vol</strong>ontà delle internate <strong>di</strong> sfruttamento dellerisorse da essa offerte, la <strong>di</strong>sposizione presente nel regolamento delle Forzate<strong>di</strong> pesare il materiale dato alle donne da filare, e il filo poi ottenuto, «per riconoscerese il lavoro si sarà fatto senza frode».La stessa <strong>vol</strong>ontà <strong>di</strong> approfittare delle risorse messe a <strong>di</strong>sposizione delleopere si può cogliere nelle regalie <strong>di</strong> cibo a parenti e amici, che era fatto inoccasione <strong>di</strong> alcune feste. Anche in questo caso, la Madre non era seconda anessuno, come si vede nel caso <strong>di</strong> Anna Dallamano il cui onomastico cadevain uno dei giorni <strong>di</strong> festa 280 . Ma se non altro, queste feste avevano il merito <strong>di</strong>rompere la quoti<strong>di</strong>anità e in tal modo allentare le tensioni.276ASSP, I, CSP, Lasciti, 91, fasc. 81/9.277Ibidem.278ASSP, I, CSP, Repertori dei lasciti, 161, s.v. «Deposito», or<strong>di</strong>nato del 13 luglio 1738.279ASSP, I, CSP, Repertori degli or<strong>di</strong>nati, 27, s.v. «Soccorso»; Socc., Or<strong>di</strong>nati, 251, or<strong>di</strong>natodel 13 marzo 1740.280ASSP, I, CSP, Lasciti, 91, fasc. 81/9.151

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