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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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<strong>di</strong> unici destini femminili possibili. Già nel Seicento, seppure in modo piùmarginale e incerto, cogliamo la presenza delle famiglie <strong>di</strong>etro al pagamento<strong>di</strong> alcune pensioni, e persino in alcuni tentativi <strong>di</strong> falsificare i documenti checertificavano l’idoneità dei requisiti per l’ammissione.Con l’internamento le famiglie non avocano all’istituzione il proprio<strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> determinare il futuro delle figlie: ciò è evidente nel matrimonio,dove esse sembrano avere una influenza nella scelta dello sposo, e sembranodunque utilizzare la dote fornita dall’istituzione per sposare le figlie a chivogliono loro.L’internamento stesso fu sempre frutto <strong>di</strong> una collaborazione con le famigliee con le internate stesse. Se al Soccorso ci furono internamenti forzosie privi della approvazione delle famiglie, questi episo<strong>di</strong> riguardarono solo lasua fase iniziale; per ciò che riguarda le Forzate sappiamo che i confratellierano contrari e spaventati all’idea <strong>di</strong> tenere donne che non <strong>vol</strong>evano saperne<strong>di</strong> restare, e che, <strong>di</strong> fatto, l’elemento forzoso fu abbandonato al più presto;mentre al Deposito, sin dai primi regolamenti, tanto l’ingresso che l’abbandonodell’opera furono concepiti come una scelta, che poteva avvenire anchesenza il consenso del rettore e degli amministratori. Lo stesso citta<strong>di</strong>noBenedetto Dolce, nella relazione sulle istituzioni femminili della <strong>Compagnia</strong><strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> che fece <strong>di</strong>etro richiesta della Municipalità, osservava che lefiglie conservavano un amore<strong>vol</strong>e attaccamento all’opera sino alla morte 297 .D’altronde, per capire come l’internamento possa essere una scelta ed esserevissuto come necessario, è essenziale non <strong>di</strong>menticare che sulla vita <strong>di</strong> ognidonna sovrastava un’ideologia <strong>di</strong> genere che ciascuna assimilava sin dalla nascita,secondo la quale l’onore femminile era a rischio in ogni occasione in cuimancava una tutela maschile. Se teniamo conto, inoltre, che al loro onore eralegato quello della famiglia e che ad esso si aggiungeva uno status economicoda <strong>di</strong>fendere, è facile capire come donne <strong>di</strong> un ceto me<strong>di</strong>o-alto potesseroaccettare l’internamento come una soluzione necessaria. Tuttavia, con la trasformazionedelle istituzioni in questione in educatorio, verso la fine del periodoanche il peso <strong>di</strong> questi elementi si affie<strong>vol</strong>isce. Se infatti il Soccorso e ilDeposito appaiono inizialmente come luoghi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa dell’onore femminile,nell’ultimo trentennio del Settecento la permanenza in queste opere <strong>di</strong>ventaun’opportunità per rafforzare una reputazione famigliare già buona e nonminacciata da <strong>di</strong>fficoltà economiche.297ASCT, Carte Francesi, cartella 110.161

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