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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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1. Il silenzioso, ma inarrestabile ingresso delle donne nelle scuole piemontesid’inizio OttocentoLe opere della <strong>Compagnia</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong>, grazie alla loro storia plurisecolare,rappresentano un caso <strong>di</strong> estremo interesse per gli storici, in quantopermettono <strong>di</strong> sperimentarsi in una storia dell’educazione che, mutuando lafelice definizione <strong>di</strong> Fernand Braudel, potremmo definire «<strong>di</strong> lunga durata».L’opportunità appare tanto più ghiotta se si pensa che si ha a che fare con istituzioniri<strong>vol</strong>te a un pubblico femminile, tra<strong>di</strong>zionalmente marginale nel mondodella scuola e dell’istruzione. Per cogliere appieno il significato e il ruoloche esse ebbero nel contesto sociale e produttivo della Torino dell’Ottocentoe del Novecento, quin<strong>di</strong>, è opportuno rinunciare a tracciare un quadro statico,per concentrarsi, invece, sull’e<strong>vol</strong>uzione degli ultimi due secoli della loro esistenza.Si tratta, cioè, <strong>di</strong> insistere sugli in<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> continuità, così come su quelli<strong>di</strong> cambiamento, al fine <strong>di</strong> provare a comprendere quali furono le strategieche le Opere pie <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> misero in atto per tenersi in equilibrio tra il loromandato istituzionale, le richieste della città e le mute<strong>vol</strong>i con<strong>di</strong>zioni politicheed economiche del Paese. L’obiettivo è quello <strong>di</strong> comprendere meglio il ruolodelle opere sanpaoline nel panorama scolastico torinese.In questo senso, può essere utile partire definendo quelle che eranole con<strong>di</strong>zioni dell’istruzione e dell’educazione femminile nella Torino dellaprima metà dell’Ottocento, quando l’Educatorio duchessa Isabella assunseanche formalmente l’impianto che avrebbe conservato sino alla sua chiusura,alla fine della Seconda Guerra Mon<strong>di</strong>ale. Infatti, in quel periodo, un nuovoimportante attore, sino ad allora tenuto colpe<strong>vol</strong>mente e consape<strong>vol</strong>mente in<strong>di</strong>sparte, fece la sua comparsa sullo scenario della scuola e dell’educazione:la donna. Inten<strong>di</strong>amoci: non si trattò <strong>di</strong> un ingresso in scena trionfale, mapiuttosto <strong>di</strong> una presenza che oggi si fa fatica ad avvertire 1 . Tuttavia, l’accessoufficiale, seppur progressivo, del genere femminile nel mondo dell’istruzioneavrebbe rapidamente trasformato la scuola, costringendola a fare finalmente iconti con i mutamenti sociali e produttivi dell’Italia del XIX e del XX secolo.Nella Torino dei primi decenni dell’Ottocento lo storico incontra ancoraqualche <strong>di</strong>fficoltà a in<strong>di</strong>viduare tracce certe della presenza femminile1La letteratura sui processi che portarono le donne a scuola e sulle iniziative in favoredell’istruzione femminile in Italia tra Ottocento e Novecento è fortunatamente molto cresciutanell’ultimo ventennio sia in quantità sia in qualità. Segnaliamo qui tra gli altri: Le donnea scuola, 1987; L’educazione delle donne, 1988; E l’uomo educò la donna, 1989; Covato,1991; Educazione al femminile, 1992; Ulivieri, 1995; L’altra metà della scuola, 2008.165

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