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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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1683 ma <strong>di</strong>etro accordo che dal compimento dei 14 anni i parenti non avrebberopiù pagato la pensione e lei sarebbe passata a carico dell’opera.È ipotizzabile dunque che si sia affermata a fine Seicento una tendenzaa usare le piazze pensionarie per ovviare alla mancanza dei requisiti richiestidalle regole. Nel 1721 perciò, si riba<strong>di</strong>va la necessità che due congregati procedesseroa prendere informazioni sulle figlie aspiranti a tali piazze e che siosservassero «con tutta attenzione» le regole 72 . Ma visto che l’ammissione eracompito della congregazione, si trattava <strong>di</strong> un monito a se stessi, che peraltroebbe un effetto solo momentaneo. La pratica fu ampiamente ripresa nella secondametà del secolo e inserita nel nuovo contesto che si venne creando conl’espansione delle piazze fondate dai benefattori. La quattor<strong>di</strong>cenne MariaGiovanna Avandera entrò nel 1758 occupando una piazza pensionaria fino al1762, anno in cui passò in una piazza Crosa, benché non ne avesse <strong>di</strong>ritto, magiusto il tempo necessario perché si rendesse perpetua per lei una piazza <strong>di</strong>seconda regola. Sistemata Maria Giovanna, fu la <strong>vol</strong>ta <strong>di</strong> Maria Anna Cantù,che entrò come pensionaria nel 1761, passò ad una piazza Crosa nel 1766 ead una piazza Gabuti nel 1767, dove restò fino al 1799, anno del suo decesso73 . È evidente che gli accor<strong>di</strong> tra amministratori e famiglie miravano allamanipolazione delle regole <strong>di</strong> accesso non solo alle piazze libere ma a quelle<strong>di</strong> nomina privata. Ancora nel 1796, Fedele Monies e Laura Martinez passaronoin piazze <strong>di</strong> seconda regola dopo essere entrate qualche anno primacome pensionarie 74 . Le piazze pensionarie costituivano quin<strong>di</strong> uno strumentoessenziale per dare al funzionamento dell’opera quel carattere <strong>di</strong> flessibilitàrispetto alle regole che le utenti reclamavano e che gli amministratori, peraccon<strong>di</strong>scendenza e per inclinazione ad atteggiamenti <strong>di</strong> favoritismo, erano<strong>di</strong>sposti a concedere, salvo manifestare saltuarie reazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio nel sentirsi“imbrigliati” dal meccanismo.Non mancano tuttavia ingressi <strong>di</strong> pensionarie che restarono tali per tuttala loro permanenza. I ren<strong>di</strong>conti ci restituiscono ricchi elenchi <strong>di</strong> giovani<strong>di</strong> cui non troviamo menzione negli or<strong>di</strong>nati, né sappiamo per quanto tempofurono internate. Nel bilancio del 1703, ad esempio, ci imbattiamo nellaregistrazione <strong>di</strong> tali Bottiona e Giacometta, in quello del 1706 <strong>di</strong> una certa72ASSP, I, CSP, Repertori degli or<strong>di</strong>nati, 27, s.v. «Soccorso»; Or<strong>di</strong>nati, 7, or<strong>di</strong>nato del 21febbraio 1721, punto 6.73ASSP, I, Socc., Or<strong>di</strong>nati, 251, or<strong>di</strong>nati del 6 giugno 1762, 21 settembre 1766, 14 giugno1767 e 13 gennaio 1799.74ASSP, I, Socc., Or<strong>di</strong>nati, 251; CSP, Repertori degli or<strong>di</strong>nati, 27, s.v. «Soccorso», or<strong>di</strong>natidell’11 ottobre 1796 e dell’11 <strong>di</strong>cembre 1796.78

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