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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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In quegli stessi anni, numerose scuole femminili ottennero il patrocinio<strong>di</strong> una donna della Casa reale: fu questo il caso delle già citate scuole superiorimunicipali, intestate alla regina Margherita e alla principessa MariaLaetitia, ma anche del ginnasio privato Girio<strong>di</strong>, intitolato a Elena del Montenegro,alla quale, qualche anno più tar<strong>di</strong>, una <strong>vol</strong>ta <strong>di</strong>venuta regina, il Comunede<strong>di</strong>cò una delle sue scuole tecniche commerciali. Tuttavia, la sceltadella duchessa Isabella non pare casuale: moglie <strong>di</strong> un Savoia Genova, quin<strong>di</strong>destinata a ricoprire un ruolo politico marginale, Isabella <strong>di</strong> Baviera arrivò inItalia accompagnata da una meritata fama <strong>di</strong> donna colta, nonché <strong>di</strong> buonaconoscitrice della pittura 28 . Erano probabilmente queste le doti che piacevanoalle Opere pie <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong>, perché incarnavano al massimo livello l’ideale<strong>di</strong> donna che l’Educatorio <strong>vol</strong>eva formare. Del resto, le famiglie <strong>di</strong> molte delleragazze benestanti che facevano domanda per entrarvi si aspettavano proprioche le loro figlie ne uscissero dotate <strong>di</strong> un buon bagaglio culturale, garantitodagli appren<strong>di</strong>menti teorici ricevuti in classe, capaci <strong>di</strong> stare in società, grazieall’educazione ricevuta nel convitto, nonché abili a gestire la casa e la famiglia,grazie all’insegnamento pratico dei lavori donneschi.Per cogliere appieno il significato che all’educazione della donna venivadato all’interno dell’Educatorio bisogna, poi, tenere presente che i lavori domesticie donneschi non avevano lo stesso significato in tutte le scuole: per leragazze «con minori mezzi <strong>di</strong> fortuna»il far vesti e camicie, il ricamare, il tessere a maglia, il rimendare la biancheria, edaltrettali lavori <strong>di</strong> famiglia s’insegnano <strong>di</strong> proposito, perché si vuole che le giovani,uscendo dal convitto, sieno atte a tutte le faccende domestiche e possano collavoro campare onestamente la vita 29 .Al contrario, nelle scuole che accoglievano allieve «<strong>di</strong> civile e agiatacon<strong>di</strong>zione», come quella del <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong>, essi rappresentavano un naturalecomplemento all’«educazione intellettuale» delle ragazze, e offrivano lorola cultura pratica necessaria a «renderle atte a compiere nella famiglia iloro doveri» 30 . L’educazione offerta alle allieve dell’Educatorio le avrebbe28Isabella <strong>di</strong> Baviera, figlia <strong>di</strong> Adalbert Wilhelm Wittelsbach <strong>di</strong> Baviera e dell’Infanta <strong>di</strong>Spagna Amalia, era nata il 31 agosto 1863 nel castello <strong>di</strong> Nymphenburg, vicino a Monaco. Lesue nozze con il duca Tommaso <strong>di</strong> Savoia Genova (aprile 1882) concorsero a rinsaldare lerelazioni italo-tedesche. Morì a Roma nel febbraio del 1924.29Baricco, 1865, p. 152. La frase è tratta dalla presentazione del Convitto delle suore Fedelicompagne <strong>di</strong> Gesù, che ospitava allieve «<strong>di</strong> con<strong>di</strong>zione poco agiata», al pari del Convittofemminile <strong>di</strong> <strong>San</strong> Salvatore e della Casa delle suore <strong>di</strong> <strong>San</strong>t'Anna.30Ibid., p. 150. La frase è utilizzata per il Ritiro <strong>di</strong> <strong>San</strong> Giuseppe, che con l’Istituto del177

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