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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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Resta oscura la misura in cui questo scambio fra interno ed esterno fu unaspetto esclusivamente settecentesco.6. Tra assistenza ed educazioneFino alla seconda metà del XVIII secolo l’intervento educativo si configuròcome parte <strong>di</strong> quello assistenziale e strumento dell’ideologia <strong>di</strong> genere.L’obiettivo primario non era la trasmissione <strong>di</strong> particolari conoscenze e abilitàmanuali o intellettive, quanto piuttosto la formazione, attraverso il vissutoquoti<strong>di</strong>ano, <strong>di</strong> una personalità che rispondesse al modello <strong>di</strong> comportamentoriconosciuto come idoneo per l’unico ruolo sociale possibile alla donna, quello<strong>di</strong> moglie e madre. Non erano quin<strong>di</strong> le singole attività in sé ad assolvere laprincipale funzione educativa ma l’insieme delle regole <strong>di</strong> comportamento edei piccoli insegnamenti che erano infusi nelle attività quoti<strong>di</strong>ane.Dalla seconda metà del XVIII si avvertono i primi segnali <strong>di</strong> cambiamento.Diversi elementi inducono a vedere l’inizio <strong>di</strong> un affrancamentodell’intento educativo da quello assistenziale e un lento spostamento del Soccorsoe del Deposito verso gli scopi educativi. Si coglie un processo e<strong>vol</strong>utivospontaneo, non programmato a priori, ma frutto della necessità <strong>di</strong> adeguarsiai tempi e alle esigenze delle utenti, che paiono quasi anticipare con i lorocomportamenti le trasformazioni istituzionali. Abbiamo già messo in evidenzail progressivo abbandono <strong>di</strong> ogni attività legata alla gestione domesticae una riduzione della centralità del lavoro. È probabilmente legato anche aquesti due aspetti il maggiore spazio de<strong>di</strong>cato ad attività che precedentementeavevano ricevuto un interesse marginale. Se attraverso la regola della letturadella vita <strong>di</strong> un santo o <strong>di</strong> qualche pia me<strong>di</strong>tazione, che una delle internatedoveva eseguire durante i pasti, possiamo dedurre che all’interno delle operec’era la possibilità e lo stimolo all’appren<strong>di</strong>mento della lettura, non abbiamola minima informazione sull’esercizio e sull’insegnamento <strong>di</strong> una tale attività.Il primo riferimento in merito risale al 1763, quando appren<strong>di</strong>amo che venneresa perpetua una piazza <strong>di</strong> nuove regole per Maria Giovanna Agata Avandera,a cui fu affidato il compito <strong>di</strong> insegnare a leggere e a scrivere, unitamenteall’adempimento dei compiti dell’infermeria 292 . L’incarico le fu dato dopo 6292ASSP, I, CSP, Repertori dei lasciti, 163; Repertori degli or<strong>di</strong>nati, 27, s.v. «Soccorso», or<strong>di</strong>natodel 30 gennaio 1763.155

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