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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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5. Interno ed esternoUno degli aspetti in cui l’esperienza dell’internamento si <strong>di</strong>scosta maggiormentedai regolamenti è costituito dalle relazioni col mondo esterno. Daessi appren<strong>di</strong>amo che la porta che conduceva all’esterno avrebbe dovuto esseresempre chiusa e senza le chiavi dentro; che l’accesso agli uomini era vietato,salvo per gravi cause; gli incontri nel parlatorio del Soccorso e del Depositopotevano aver luogo solo <strong>di</strong>etro permesso della Madre, ed era più facileottenerlo quando l’incontro avveniva con la madre o i fratelli, mentre per ipadri doveva essere conosciuta la loro probità e per le sorelle si manifestavauna certa <strong>di</strong>ffidenza. Neanche a parlarne <strong>di</strong> incontrare parenti <strong>di</strong> grado piùremoto, salvo licenza del rettore, del vicerettore o dei protettori. La Madrepoi, tanto al Soccorso che al Deposito e alle Forzate, era tenuta a presenziareall’incontro, assicurandosi che non fosse troppo lungo. Certo non dovevaessere <strong>di</strong>fficile stare in tempi brevi visto che i <strong>di</strong>scorsi non dovevano esseresuperflui, né giocosi, che non era permesso fare scherzi e che non dovevanoessere pronunciate parole ripugnanti alla gravità e alla modestia. Al Depositoe alle Forzate era proibito parlare, scrivere e mandare a <strong>di</strong>re qualsiasi cosa auna persona esterna, così come era proibito ricevere e leggere lettere. Nellaperquisizione che precedeva l’ingresso alle Forzate fra gli oggetti da trattenereerano in<strong>di</strong>cati carta, calamaio e penne da scrivere. La situazione cheviene prospettata è chiaramente <strong>di</strong> isolamento e rottura <strong>di</strong> ogni contatto nonsolo con la realtà esterna ma anche con la sfera affettiva famigliare. Tuttavia,se integriamo quanto prescritto dai regolamenti con le informazioni che cisono trasmesse dal resto della documentazione, l’immagine <strong>di</strong> isolamento lasciaspazio a quella <strong>di</strong> un centro da cui partono e giungono flussi <strong>di</strong> relazioniintensi e vivaci. I contatti col mondo esterno non erano solo rappresentatidalle commissioni del portiere delle Forzate, né da quelle s<strong>vol</strong>te dalla «donna<strong>di</strong> buoni costumi» assunta per far le spese al Soccorso, e nemmeno dagliapprovvigionamenti giornalieri a cui, ancora a metà Settecento, era prepostala governante del Deposito. Scopriamo che alle Convertite accadeva chevi fossero delle figlie che uscivano accompagnate dalla governante, anche <strong>di</strong>notte, perché avevano urgente bisogno del me<strong>di</strong>co o dello speziale, mentrequalche altra usciva per raggiungere il fornaio, e che il compito tal<strong>vol</strong>ta eraconsiderato così impellente da avvenire quando era ancora buio 281 . Non solo,dal <strong>di</strong>vieto presente in un or<strong>di</strong>nato del Soccorso del 1733 appren<strong>di</strong>amo che281ASSP, I, Dep.-Forz., Or<strong>di</strong>nati, 252, or<strong>di</strong>nati del 13 aprile 1752 e del 24 settembre 1756.152

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