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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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nell’ottenere il rispetto delle proprie <strong>vol</strong>ontà su questo aspetto. Il 20 agostodel 1780, ad esempio, Maria Domenica Rolle dopo essere stata fuori dall’operaper tre mesi, ottenne il permesso <strong>di</strong> trattenersi fuori per altri tre mesi perrimettersi in salute. Non solo, nel <strong>di</strong>cembre del 1782 sappiamo che le fu datoil permesso <strong>di</strong> continuare a trattenersi fuori e che solo nel giugno del 1783la sua piazza fu occupata dalla sorella 287 . Nel frattempo, il 20 ottobre 1782 lostesso permesso, sempre giustificato da motivi <strong>di</strong> salute, fu rinnovato a GiovannaVittoria Dogliotti, e lo troviamo ancora rinnovato nel novembre 1790,e fino al marzo 1792, quando entrò al suo posto la sorella, per il tempo che lerimaneva da usufruire della piazza 288 . L’elenco potrebbe ancora continuare.Altri due casi sono quelli <strong>di</strong> Maria Lucia Destefanis e <strong>di</strong> Orsola Giordano,che nel 1786 ottennero il permesso <strong>di</strong> trattenersi fuori dal Soccorso rispettivamenteper <strong>di</strong>eci e tre mesi, per rimettersi in salute 289 .Fu forse anche per contenere le uscite in<strong>di</strong>viduali che l’Opera delle convertiteintrodusse un periodo <strong>di</strong> villeggiatura collettiva sulle colline della città<strong>di</strong> Torino. È questa una notizia che appren<strong>di</strong>amo in<strong>di</strong>rettamente nel 1773,quando il conte Lesna <strong>di</strong> Lezzolo ri<strong>vol</strong>se al Senato la richiesta <strong>di</strong> rendereesecutivo l’indulto concesso dal papa Clemente XIV, in merito alla possibilità<strong>di</strong> far celebrare una messa nei giorni feriali e due nei giorni festivi pressol’oratorio della casa <strong>di</strong> campagna 290 . In epoca napoleonica poi, «la libertà <strong>di</strong>venire <strong>di</strong> quanto in quanto in piace<strong>vol</strong>i passeggiate senza impostura d’opera»,e <strong>di</strong> andare a pranzo dai parenti, <strong>di</strong>vennero consuetu<strong>di</strong>ni considerate positivamenteperché «oltre la sanità che le procura mantiene uno spirito <strong>di</strong> moderataallegria», e perché tali libertà contribuivano a fare delle giovani «ottimemadri <strong>di</strong> famiglia, amorose verso li loro mariti, appassionate per la figliolanza,socie<strong>vol</strong>i nelle loro conversazioni, laboriose e interessate per la famiglia, intelligentinelle faccende domestiche» 291 .È dunque fuor <strong>di</strong> dubbio che sin dalla prima metà del Settecento ci fosseuna progressiva apertura e un intensificarsi dei contatti col mondo esterno, sianel Soccorso che nel Deposito (nel frattempo <strong>di</strong>venuto Opera delle convertite).or<strong>di</strong>nato del 7 <strong>di</strong>cembre 1777.287ASSP, I, CSP, Repertori degli or<strong>di</strong>nati, 27, s.v. «Soccorso»; Socc., Or<strong>di</strong>nati, 251, or<strong>di</strong>natidel 7 <strong>di</strong>cembre 1777, 20 agosto 1780, 1° <strong>di</strong>cembre 1782 e 1° giugno 1783.288ASSP, I, CSP, Repertori degli or<strong>di</strong>nati, 27; Repertori dei lasciti, 163, s.v. «Soccorso»;Socc., Or<strong>di</strong>nati, 251, or<strong>di</strong>nati del 20 ottobre 1782, 28 novembre 1790 e 14 marzo 1792.289ASSP, I, Socc., Or<strong>di</strong>nati, 251, or<strong>di</strong>nato del 10 novembre 1786.290ASSP, I, Dep., 249, fasc. 12.291ASCT, Carte Francesi, cartella 110.154

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