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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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doveva essere una prassi non troppo rara quella <strong>di</strong> pernottare e pranzarefuori 282 . Il richiamo fu reiterato nel 1775 e ri<strong>vol</strong>to esplicitamente alla Madre 283 .È infatti chiaro che ogni contatto delle internate col mondo esterno avvenivagrazie alla complicità della Madre e delle sue sottoposte, che avrebbero dovutoessere garanti, insieme a lei, del rispetto delle regole.I reclami degli amministratori sulla facilità con cui venivano fatte entrarepersone all’interno delle opere e le raccomandazioni ri<strong>vol</strong>te alla Madreaffinché rifiutasse ogni accesso privo del permesso del rettore, evidenziano lafacilità <strong>di</strong> stabilire contatti con elementi esterni, anche all’interno delle istituzioni.Una tale situazione fu rilevata al Deposito nel 1738 e al Soccorso nel1740 e nel 1775 284 . La perseveranza con cui gli amministratori riba<strong>di</strong>rono lanecessità <strong>di</strong> limitare l’accesso <strong>di</strong> soggetti esterni colpisce e incuriosisce. Certamenteci fu una soffocante privazione della libertà in<strong>di</strong>viduale e una <strong>vol</strong>ontà<strong>di</strong> plasmare le personalità delle ricoverate, ma gli stessi regolamenti richiedevanoalle Madri carità e mansuetu<strong>di</strong>ne nel correggerle, proibivano il castigocon collera, l’uso <strong>di</strong> parole <strong>di</strong>s<strong>di</strong>ce<strong>vol</strong>i, ingiuriose e gli strapazzi, e vietavano<strong>di</strong> “battere” e maltrattare le figlie, in<strong>di</strong>cando nella per<strong>di</strong>ta del rispetto la conseguenzache ne sarebbe derivata se le Madri non avessero adeguato il lorocomportamento alle in<strong>di</strong>cazioni date.Nella seconda metà del Settecento i contatti delle internate con l’esternodovettero <strong>di</strong>ventare una realtà istituzionalizzata. Nel 1765 la Congregazionefu interpellata sull’uscita «per un passeggio» <strong>di</strong> alcune figlie delle Convertite,ritenuto «necessario, e utile dal detto signor me<strong>di</strong>co per la sanità dellemedesime, oltre molti altri motivi, che possono anche a questo concorrere» 285 .I me<strong>di</strong>ci si prestarono con facilità a giustificare le uscite delle internate, anchequando l’uscita temporanea si profilava più come un abuso alle regole cheun <strong>di</strong>ritto acquisito. Nel 1775 il rettore rimproverava alla Madre del Soccorsola licenza concessa ad alcune figlie <strong>di</strong> andare in giro per la città con le“visionarie”, termine con il quale verosimilmente si in<strong>di</strong>cavano coloro ches<strong>vol</strong>gevano l'incarico <strong>di</strong> accompagnatrici. Nel 1777 il Soccorso si trovò nellacon<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> dover precisare che le assenze non potevano superare i tre mesiall’anno, continui o interpolati 286 . Ma evidentemente aveva gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà282ASSP, I, CSP, Repertori dei lasciti, 163; Repertori degli or<strong>di</strong>nati, 27, s.v. «Soccorso», or<strong>di</strong>natodel 27 <strong>di</strong>cembre 1733.283ASSP, I, CSP, Lasciti, 91, fasc. 81/9.284ASSP, I, CSP, Repertori dei lasciti, 161, s.v. «Deposito», or<strong>di</strong>nato dell’8 giugno 1738;Socc., Or<strong>di</strong>nati, 251; CSP, Repertori degli or<strong>di</strong>nati, 27; Repertori dei lasciti, 163, s.v. «Soccorso»,or<strong>di</strong>nato del 15 marzo 1740.285ASSP, I, Dep.-Forz., Or<strong>di</strong>nati, 252, or<strong>di</strong>nato del 22 aprile 1765.286ASSP, I, CSP, Repertori degli or<strong>di</strong>nati, 27; Repertori dei lasciti, 163, s.v. «Soccorso»,153

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