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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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Seguirono gli anni tragici della Guerra dei Trent’Anni, con la peste <strong>di</strong>manzoniana memoria del 1630 e la successiva guerra civile fra Madamisti ePrincipisti. Solo dopo il 1642 vi fu un miglioramento della situazione. Gli amministratoridel Soccorso il 16 settembre 1644 vendettero la sede per 4800 lired’argento 13 , acquirente Pietro Lorenzo Barozzi fu Antonio <strong>di</strong> S. Germano, nobilevercellese, conte <strong>di</strong> Monteu e barone <strong>di</strong> Lessona, consigliere e segretario<strong>di</strong> Stato e <strong>di</strong> finanze, segretario della Sacra Religione dei SS. Maurizio e Lazzaro.Il 7 marzo 1645 il capitano Pietro de Crosa, «marechiale <strong>di</strong> logis della<strong>Compagnia</strong> <strong>di</strong> Corazze delle guar<strong>di</strong>e <strong>di</strong> Madama Reale, figliolo del fu Tomasod’Aix in Provenza», vendeva al Soccorso un e<strong>di</strong>ficio a cui erano confinanti aponente il sito del conte Federico Tana avuto in dono da Madama Reale, amezzogiorno la strada, a levante il sito concesso al reverendo padre d’Argenterocertosino (al momento <strong>di</strong> proprietà del conte Broglia) e verso mezzanotteil giar<strong>di</strong>no dei Padri <strong>di</strong> <strong>San</strong>ta Teresa 14 . L’e<strong>di</strong>ficio conteneva sei camere,inclusa la cantina e un solaio morto 15 ed era situato in «Città Nuova» 16 ; il tuttoera pervenuto al Crosa per donazione <strong>di</strong> Madama Reale 17 . Nel 1646 FrancescoOlliveti, dottore in leggi e confratello della <strong>Compagnia</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> 18 ,concesse «per causa <strong>di</strong> gratioso prestito» alla Casa del soccorso 1000 lire daimpiegare nella ristrutturazione dell’e<strong>di</strong>ficio 19 . Il 16 giugno 1652 i confratelli13AST, s.r., Insinuazione <strong>di</strong> Torino, 1644, l. 9, c. 205, 16 settembre, citato da Laurora - Niccoli,2007, p. 21. La quietanza finale al Barozzi fu redatta come atto notarile il 28 agosto 1646(AST, s.r., Insinuazione <strong>di</strong> Torino, 1647, l. 7, c. 113, citato da Laurora - Niccoli, 2007, p. 25).14AST, s.r., Insinuazione <strong>di</strong> Torino, 1645, l. 8, c. 94, citato da Laurora - Niccoli, 2007, p. 22;in copia in ASSP, I, Socc., 249, fasc. 3.15Ibidem. I confini in<strong>di</strong>cati in questo atto presentano delle incongruenze; l’unica certezzaè che siamo nell’area della chiesa <strong>di</strong> S. Teresa d’Avila officiata dai Carmelitani, il palazzo delMarchese Tana era all’angolo delle attuali vie Roma e <strong>San</strong>ta Teresa, il giar<strong>di</strong>no dei Carmelitaniera situato tra le attuali vie Arsenale e Alfieri. Anche il sito da un trabucco e un piede<strong>di</strong> cui alla nota 17 è in<strong>di</strong>cato nei pressi della chiesa delle Capuccine che prospettava l’attualevia Alfieri al numero civico 11 (un tempo sede del Banco <strong>di</strong> Roma), nell’isola <strong>di</strong> <strong>San</strong>ta Elisabetta.Per una storia <strong>di</strong> quest’ultima cfr. Rebaudengo, 1979.16L’area misurava 12,5 trabucchi (m 38,05) <strong>di</strong> facciata verso sud e 8,5 trabucchi (m 26,18)<strong>di</strong> larghezza.17Cfr. per la donazione AST, s.r., Patenti Controllo Finanze, 20 maggio 1644. Inoltre il 2settembre 1645 Madama Reale donava al Soccorso un sito <strong>di</strong> un trabucco e mezzo. Si vedaanche in ASSP, I, Socc., 249, fasc. 4 e 5.18Come in<strong>di</strong>cato in AST, s.r., Insinuazione <strong>di</strong> Torino, 1647, l. 7, c. 113, gli amministratoridel Soccorso erano: Francesco Ranotto fu Agostino vice rettore, Francesco Olliveti fu <strong>Paolo</strong>,Giovanni Battista Massena fu Pietro, Filliberto Fontanella fu Giovanni <strong>Paolo</strong>, GiovanniAndrea Alberto fu Gerolamo, il conservatore era Lorenzo Guerillo fu senatore Alessandro.19AST, s.r., Insinuazione <strong>di</strong> Torino, 1647, l. 7, c. 115, «la qual casa non fuossi capace perl’habittatione et usso <strong>di</strong> esse figlie. Habbino per tanto li detti signori amministratori quellafatta ree<strong>di</strong>fficare et ampliare et entrati in eccessive spese non tanto <strong>di</strong> matteriali quantod’oppere <strong>di</strong> maestri et condotte per quali sian in bisogno <strong>di</strong> qualche dannaro per supplire al288

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