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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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L’iniziativa da parte dei congregati <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare famiglie <strong>di</strong> artigiani<strong>di</strong>sposte ad accogliere tali figlie non era affatto priva <strong>di</strong> importanza: potremmoleggerla oggi come una sorta <strong>di</strong> formula antesignana <strong>di</strong> “affidamento inprova” <strong>di</strong> quei soggetti il cui nucleo famigliare <strong>di</strong> origine non poteva garantirel’educazione necessaria. Dei benefici <strong>di</strong> una buona educazione, che passavaanche attraverso l’appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> un mestiere, si faceva garante la <strong>Compagnia</strong><strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> che promuoveva e sosteneva tali forme <strong>di</strong> intervento ancheattraverso il pagamento <strong>di</strong> doti. La scelta <strong>di</strong> collocare altrove donne pericolantio cadute da una parte ovviava alla «sconvenienza» della coabitazione<strong>di</strong> realtà sociali molto <strong>di</strong>verse tra loro, dall’altra sgravava la coscienza degliamministratori. La Commissione, istituita in seno alla Direzione delle Operepie <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong>, tuttavia, manteneva una forma <strong>di</strong> controllo. Infatti iCommissionari pel convitto <strong>di</strong> educazione del Deposito sono incaricati <strong>di</strong> recarsi<strong>di</strong> quando in quando al ritiro del Buon Pastore per riconoscere lo stato delle ragazzepensionate dall’opera stessa del Deposito, per aver informazioni sulla lorocondotta e sui progressi che fanno nella educazione, per ricevere quelle domandeche credessero <strong>di</strong> presentar loro, e riferire quin<strong>di</strong> alla Direzione 71 .Sebbene oggi possa suscitare perplessità la posizione adottata dai membridella <strong>Compagnia</strong> <strong>di</strong> non educare nello stesso luogo e con le stesse modalitàfanciulle <strong>di</strong>verse fra loro per estrazione sociale, tuttavia, per la mentalitàdel tempo, era lecito pensare che potesse risultare realmente dannoso far coesisterepersone che per ragioni oggettive avrebbero conosciuto destini ben<strong>di</strong>versi; senza considerare che il prestigio dell’Istituto ne avrebbe risentitoe le famiglie benestanti avrebbero affidato l’educazione delle loro figlie a<strong>di</strong>stituzioni più confacenti alle loro aspirazioni.Sul tema della qualità dell’educazione impartita ben si espresse Giolitticui venne affidata, con regi decreti del febbraio e giugno 1879, la «missione <strong>di</strong>commissario regio per la temporanea amministrazione delle Opere Pie <strong>di</strong> S.<strong>Paolo</strong> in Torino» 72 . Nel resoconto della gestione e dello stato in cui si trovavanole opere pie, riferiva chesarebbe a mio avviso un errore il <strong>vol</strong>er dare nell’istituto una educazione troppobrillante, poiché questa anziché un bene potrebbe essere un male per quelle71Ibidem, 28 aprile 1852.72ASSP, II, ISPT-FC, Bilanci, 3069, Relazione al ministro dell’Interno. Giolitti fu chiamato207

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