12.07.2015 Views

vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

infatti una proposta avanzata dalla Madre nel 1752, con l’intento <strong>di</strong> rendere ilrefettorio «più sano, senza cattivo odore e purgato dell’aria dalle finestre dalasciarsi <strong>di</strong> quanto in quanto aperte», e il laboratorio «meno freddo nell’invernoe con risparmio <strong>di</strong> bosco per scaldarlo» 245 .Quando il suono del campanello annunciava la fine del tempo de<strong>di</strong>catoal lavoro si ritornava nella cappella per la recita del rosario e al termine sicenava. In inverno, alla ricreazione seguiva la ripresa del lavoro per un’oretta,prima <strong>di</strong> passare in cappella dove si trascorreva l’ultimo quarto d’ora dellagiornata recitando le litanie. La giornata si concludeva tra le nove e trenta ele <strong>di</strong>eci, ma abbiamo <strong>di</strong>ritto a sospettare che il rispetto degli orari non fosserigoroso. Nella riunione della congregazione del Soccorso nel marzo 1740 infatti,si riba<strong>di</strong>va la necessità <strong>di</strong> rispettare gli orari, sottolineando in particolarel’ora a cui andare a dormire e a cui alzarsi 246 .2. L’organigramma internoFigura centrale nella vita all’interno delle opere era la Madre, che soprintendevasu ogni questione legata alle internate. A lei era richiesta la severitànecessaria per incutere il rispetto della propria persona e delle regole, <strong>di</strong> cui dovevaessere garante, fermezza nel riprendere le internate nelle loro mancanze,ma anche la comprensione in<strong>di</strong>spensabile per aiutarle nei momenti riconosciuti<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà, come l’ingresso e la malattia. Le si raccomandava però <strong>di</strong> evitare lacollera da un lato e l’eccessiva famigliarizzazione dall’altro, che avrebbe fattovenir meno il rispetto, scatenato ritrosie nell’esecuzione dei coman<strong>di</strong> e indottoa possibili atteggiamenti <strong>di</strong> favore verso qualcuna, a scapito <strong>di</strong> qualcun’altra.Era un equilibrio <strong>di</strong> comportamenti non facile da mantenere, se ne reseconto una delle prime Madri delle Forzate, Giovanna Teresa Ferraris, ripresaperché ritenuta incapace <strong>di</strong> reggere con fermezza l’incarico e invitata a«contenersi» se non <strong>vol</strong>eva essere licenziata 247 . Essendo convinzione degliamministratori che le qualità richieste fossero più facilmente rintracciabili inpersone <strong>di</strong> mezza età, nell’affidare l’incarico guardarono prevalentemente adonne tra i trenta e i quarant’anni. Caterina Musso quando fu investita delruolo alle Forzate aveva trentacinque anni, Laura Vittoria Tarabo e Felice245ASSP, I, CSP, Repertori dei lasciti, 161, s.v. «Deposito», or<strong>di</strong>nato del 13 aprile 1752.246ASSP, I, CSP, Repertori dei lasciti, 163, s.v. «Soccorso»; Socc., Or<strong>di</strong>nati, 251, or<strong>di</strong>nato del13 marzo 1740.247ASSP, I, Dep.-Forz., Or<strong>di</strong>nati, 252, or<strong>di</strong>nato del 13 aprile 1752.140

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!