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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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<strong>di</strong> fondazione, i regolamenti speciali e, in assenza <strong>di</strong> essi, le antiche tra<strong>di</strong>zioninon fece altro che mantenere intatta la situazione e non portò giovamentonemmeno l’estensione dell’impianto piemontese relativo alle norme fiscali.La confusione che regnava nel settore dell’assistenza aveva bisogno <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettivepiù precise e <strong>di</strong> un piano regolatore ben più consistente. Il sistema libertariorisultò inefficace in quanto l’iniziativa privata non riusciva a rispondereai bisogni dei poveri. Per <strong>di</strong> più i servizi <strong>di</strong> beneficenza non erano equamente<strong>di</strong>stribuiti: la stragrande maggioranza <strong>di</strong> essi si concentrava presso i centriurbani, lasciando le campagne sprovviste <strong>di</strong> qualunque aiuto. Le Opere pie«erano, dunque, tutt’altra cosa da un’intelligente e razionale <strong>di</strong>stribuzionedelle risorse a favore delle situazioni <strong>di</strong> bisogno, così come, per il ruolo assegnatoloro anche dallo Stato liberale e unitario, avrebbero dovuto essere» 29 .4. Il passaggio alla Direzione <strong>di</strong> nomina pubblicaLa destabilizzazione del quadro politico si ebbe già nel 1848 in seguitoai moti scoppiati sul territorio nazionale. Tutti gli or<strong>di</strong>ni religiosi furono soppressi:a farne le spese furono in particolare i Gesuiti, massima espressionedel potere clericale, ad<strong>di</strong>tati come i maggiori sostenitori del potere monarchico.Essi si videro privati dei loro posse<strong>di</strong>menti e costretti al ritiro forzato inquanto membri <strong>di</strong> un or<strong>di</strong>ne religioso considerato pericoloso per la libertà 30 .Gli istituti <strong>di</strong> carità, ritenuti incapaci <strong>di</strong> gestire i patrimoni se non ad<strong>di</strong>ritturacolpe<strong>vol</strong>i <strong>di</strong> sperequazioni e <strong>di</strong> un utilizzo improprio dei loro beni, sitrovarono al centro <strong>di</strong> accese polemiche.Anche la <strong>Compagnia</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> incorse in questa condanna, sia perla vicinanza e l’affinità con l’ambiente gesuitico 31 , sia in quanto amministratrice<strong>di</strong> opere pie, tanto che vennero ri<strong>vol</strong>te nei suoi confronti le accuse <strong>di</strong>usura e cattiva gestione dei capitali. «La <strong>Compagnia</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> non potevailludersi <strong>di</strong> transitare immune in mezzo a questi tempi tumultuosi; agli occhidalla legge furono limitati, infatti, solo ad alcune fondamentali spese sanitarie per i poveri,ed al mantenimento dei fanciulli esposti e dei pazzi […] affidati, tuttavia, non allo Stato,bensì, localmente, ai Comuni e alle Province, in maniera subalterna, inoltre, alle strutture <strong>di</strong>ricovero private delle Opere pie».29Ibid., p. 11.30I moti a Torino incominciarono nel mese <strong>di</strong> marzo. I Gesuiti furono costretti a fuggire ead abbandonare le loro case dei Martiri e del Carmine.31Il legame tra la <strong>Compagnia</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> e l’Or<strong>di</strong>ne dei Gesuiti fu fin dalle originimolto stretto. A testimonianza <strong>di</strong> ciò, nel 1815 si ritrova a rivestire la carica <strong>di</strong> rettore191

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