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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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dal «vantaggio che la società debbe raccogliere da una religiosa e morale educazionedelle fanciulle, dalle quali, <strong>di</strong>venute poi madri <strong>di</strong> famiglia, <strong>di</strong>pende ilprimo avviamento della figliolanza verso il bene» 4 .In effetti, anche i documenti prodotti dagli uffici e gli avvisi che precedevanol’inizio degli anni scolastici sembrano attestare che nel Piemonte dell’iniziodegli anni Trenta era già largamente <strong>di</strong>ffuso e stereotipato il topos secondocui l’educazione femminile andava promossa e sostenuta in virtù dei beneficieffetti che avrebbe avuto sulle generazioni future, dato il ruolo <strong>di</strong> madri e <strong>di</strong>educatrici che per natura competeva alle donne. Le stesse fonti attestano pureche dell’utilità dell’istruzione femminile erano persuase porzioni sempre piùampie della società: benefattori e benefattrici come i D’Azeglio e i Barolo vedevanonell’apertura <strong>di</strong> asili e scuole per bambine un mezzo <strong>di</strong> redenzione sociale,dato che «l’esperienza prova ogni giorno quanto una madre <strong>di</strong> famiglia,veramente cristiana, sia vale<strong>vol</strong>e ad infondere tenacemente l’amore della virtùnel cuore dei figli, prima coi precetti o col consiglio e più tar<strong>di</strong> coll’esempio» 5 .Nelle intenzioni loro e <strong>di</strong> altri filantropi che in quegli stessi anni si adoperaronoper la <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> «un’instruzione religiosa non interrotta» 6 , l’educazionedelle donne rappresentava non solo un mezzo per contribuire alla riconquistacattolica dell’Europa uscita dalla Ri<strong>vol</strong>uzione francese e dall’imperonapoleonico, ma anche uno strumento <strong>di</strong> pacificazione e <strong>di</strong> coesione sociale.All’epoca esistevano, tuttavia, posizioni assai <strong>di</strong>verse in relazioneall’educazione femminile: si pensi al caso <strong>di</strong> Marianna Masser, emigrata a Torinoda Livorno, la quale, nel 1820, chiese e ottenne <strong>di</strong> aprire una «scuola perle fanciulle» a Ri<strong>vol</strong>i. Sebbene, sin dall’inaugurazione, la Masser <strong>di</strong>chiarasseche «l’istruzione religiosa e morale sarà sotto l’autorità Ecclesiastica l’oggettodella principale sua cura», era evidente che l’insegnamento rappresentavaper la Masser soprattutto una fonte <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to, ovvero una delle rare, se nonl’unica, occasione che una donna aveva all’epoca <strong>di</strong> esercitare un lavoro intellettualeo comunque che la rendesse autonoma 7 . Non a caso, in quegli stessi4Regio Brevetto col quale Sua Maestà dà alcuni provve<strong>di</strong>menti in or<strong>di</strong>ne alle Case d’educazionee d’istruzione per le fanciulle, Torino, dalla Stamperia Reale, 24 marzo 1832.5La citazione è tratta dalla supplica con la quale Roberto D’Azeglio chiese al re <strong>di</strong> aprireuna scuola per ragazze affidandola alle suore Fedeli compagne <strong>di</strong> Gesù. AST, s.p., MaterieEconomiche, Pubblica Istruzione, Scuole primarie, scuole femminili, asili d’infanzia, m. 4,T-Z, 1809-1848, le Marquis Robert D’Azeglio au roi, 3 février 1836. Sull’attività filantropicadei coniugi Barolo e dei D’Azeglio cfr. Chiosso, 2007, pp. 101-130, 222-224.6Ibidem.7AST, s.p., Materie Economiche, Pubblica Istruzione, Scuole primarie, scuole femminili,asili d’infanzia, m. 4, T-Z, 1809-1848.167

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