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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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4. ConvivendoBenché sia impensabile che la totale con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> ogni momento dellagiornata per più anni non abbia favorito la nascita <strong>di</strong> rapporti <strong>di</strong> amicizia e<strong>di</strong> sentimenti <strong>di</strong> solidarietà reciproca, talora ulteriormente favoriti dalla presenza<strong>di</strong> legami <strong>di</strong> parentela, non dovevano essere solo questi i sentimenti chedominavano il contesto relazionale all’interno delle opere. Pur tenendo contoche ci può essere una certa <strong>di</strong>storsione portata dalle fonti, che registrano iproblemi <strong>di</strong> conflittualità piuttosto che le situazioni <strong>di</strong> armonia, le informazionia nostra <strong>di</strong>sposizione mostrano un clima frequentemente teso. Alla litigiositàdelle internate, più <strong>vol</strong>te rilevata da economo e rettore, si aggiungevano icontrasti che scoppiavano fra il personale interno. Al Soccorso, la situazioneraggiungeva <strong>di</strong> tanto in tanto il limite oltre il quale gli amministratori eranocostretti a intervenire. Già nel 1705, le contese fra la Madre e la sottomadredel Soccorso portarono gli amministratori a optare per il licenziamento <strong>di</strong>entrambe 269 . Generalmente la soluzione finale era sempre il licenziamento<strong>di</strong> qualcuno. La stessa cosa accadde nel 1728, quando le tensioni indusseronuovamente gli amministratori a intervenire nei confronti della sottomadreFrancesca Maria Margherita Oliva: «dopo aver preso tutte le cognizioni necessariein essa Opera, e per dar in avvenire in essa un buon regolamento efinir <strong>di</strong> mettere in pace ogni litigio fra le preposte in detta Opera», si deciseil licenziamento della suddetta. Ma anche in questo caso, il rinnovo della sottomadrenon fu sufficiente per porre definitivamente fine alle tensioni. Nel1775, il nuovo rettore della <strong>Compagnia</strong>, a seguito <strong>di</strong> una sua visita all’internodell’opera e grazie alle informazioni date dalle figlie, rilevava «regnare tralle[sic!] superiori la <strong>di</strong>ssenzione, e tralle [sic!] subalterne la vanità e la poca subor<strong>di</strong>nazione»,nonché «variarsi sovente gli or<strong>di</strong>ni». Nuovamente, non trovòaltra soluzione che il licenziamento della Madre Dallamano 270 . Nel 1776 gliamministratori dell'Opera decidevano <strong>di</strong> giubilare la Madre «per la sua etàavanzata» accordandole una gratifica e una piazza perpetua 271 .Nel frattempo, al Deposito delle Convertite ci pensava la serva LuciaPerina a creare «gravi <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni», soprattutto a causa dell’atteggiamento, chegli amministratori definirono <strong>di</strong> «infedeltà», nei confronto della figlia AnnaLimone. Di lei si <strong>di</strong>ce solo che era trattenuta nella Casa per or<strong>di</strong>ne del sovrano,269ASSP, I, CSP, Repertori dei lasciti, 163, s.v. «Soccorso», or<strong>di</strong>nato del 25 febbraio 1705.270ASSP, I, CSP, Lasciti, 91, fasc. 81/9.271ASSP, I, CSP, Repertori dei lasciti, 163, s.v. «Soccorso»; Socc., Or<strong>di</strong>nati, 251; CSP, Repertoridegli or<strong>di</strong>nati, 27, s.v. «Soccorso», or<strong>di</strong>nato del 10 marzo 1776.149

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