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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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delle famiglie. Sin dagli inizi le istituzioni dovevano invece assolvere a unruolo <strong>di</strong> controllo e tutela nei confronti dei futuri sposi. Se i regolamenti delDeposito toccano l’argomento ma non si soffermano sulle modalità attraversocui dovevano essere s<strong>vol</strong>te queste funzioni, quelli del Soccorso analizzanola situazione più nel dettaglio. Essi attribuiscono una prima azione <strong>di</strong> filtroalla Madre, che dopo essersi informata sulle qualità del pretendente, dovevainformarne il rettore, l’economo o uno dei protettori. Costoro avrebberopoi incaricato due amministratori <strong>di</strong> prendere ulteriori informazioni sullequalità del futuro sposo; qualora esse fossero state reputate buone, seguival’approvazione del rettore al matrimonio, che coincideva anche con l’acquisizionedel <strong>di</strong>ritto alla dote. La celebrazione del matrimonio doveva avvenirelo stesso giorno in cui la giovane usciva, e fino a quel momento i promessisposi potevano vedersi solo in presenza della Madre. Venuto poi il giornostabilito, spettava alla Madre condurre la sposa nella parrocchia e assisterealla celebrazione del sacramento. In tal modo, al momento dell’esborso delladote, che si otteneva presentando le fe<strong>di</strong> del parroco, ella avrebbe testimoniatoche tutto era avvenuto con «l’honestà conveniente» 208 . Col tempo,anche queste funzioni <strong>di</strong> controllo e tutela sulla scelta del marito venneroprogressivamente meno, fino a scomparire del tutto tra la fine del Xviii e gliinizi del XIX secolo, e con esse come abbiamo visto, si allentò anche il pesoattribuito dalle figlie e dalle loro famiglie al conseguimento della dote delleopere.Solo in una decina <strong>di</strong> casi relativi al Soccorso e alla seconda metà delSettecento vengono date informazioni sullo sposo. È tuttavia interessante notarela presenza <strong>di</strong> elementi costanti. Sono infatti tutti in<strong>di</strong>vidui che esercitavanoprofessioni liberali, in grande maggioranza avvocati, notai e giu<strong>di</strong>ci a cuisi aggiunge qualche me<strong>di</strong>co. Fra coloro che praticavano professioni <strong>di</strong> caratterelegale emergono in alcuni casi legami con organi dello Stato. GiuseppeBocca ad esempio, che <strong>di</strong>venne marito <strong>di</strong> Angela Beatrice Tamietti, fu giu<strong>di</strong>cenella Regia u<strong>di</strong>enza <strong>di</strong> Sardegna 209 .In molti casi inoltre l’ambito professionale <strong>di</strong> provenienza dello sposoera lo stesso <strong>di</strong> quello del padre o dei fratelli della sposa. Nella famiglia dellesorelle Monetti, Maria Maddalena Orsola e Maria Vittoria, che sposaronorispettivamente un notaio e un avvocato, prevalevano nettamente le professioni<strong>di</strong> carattere legale. Il padre aveva s<strong>vol</strong>to la professione <strong>di</strong> attuaro e i tre208Tesauro, 1658 e 1701**, Regole per la Casa del soccorso.209ASSP, I, CSP, Lasciti, 92, fasc. 81/59.125

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