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vol I 685 [PDF] - Compagnia di San Paolo

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idonea a sod<strong>di</strong>sfare la domanda <strong>di</strong> internamento <strong>di</strong> donne in età adulta, chepossiamo supporre sole, vedove o malmaritate. Questo spiega la presenza <strong>di</strong>un cospicuo gruppo <strong>di</strong> donne <strong>di</strong> età compresa tra i 17 e i 31 anni e <strong>di</strong> internatedefinite col termine <strong>di</strong> donna o signora, anziché quello consueto <strong>di</strong> figlia. È ilcaso della signora Berutta, della signora Pignona e <strong>di</strong> Catta Bernar<strong>di</strong>, ammessenel 1717 e 1718, tutte in qualità <strong>di</strong> pensionarie 112 . Progressivamente, con lanascita delle Forzate fu accentuata l’inclinazione del Deposito ad accoglierele adolescenti, mentre le donne in età adulta furono orientate verso le Forzate,dove non risultano ammesse donne <strong>di</strong> età inferiore ai 20 anni. Il 66,67%degli ingressi risulta avvenire tra i 20 e i 30 anni, mentre i restanti avvengonotutti dopo i 30, e non oltre i 56 anni.2.2 La provenienza geograficaBenché nelle prime regole del Soccorso la provenienza dalla città <strong>di</strong>Torino non costituisca un requisito <strong>di</strong> ammissione, sin dalla prima e<strong>di</strong>zionedell’Istoria della <strong>Compagnia</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Paolo</strong> essa <strong>di</strong>viene una con<strong>di</strong>zione per accederealle piazze <strong>di</strong> prima regola: «esser detta figliuola, ò nata in Torino, ò inessa città continuamente abitante da anni 10 in qua». La nascita a Torino è invecerichiesta soltanto per le figlie destinate a occupare le piazze <strong>di</strong> nuova regola113 . La regola riprende le <strong>di</strong>sposizioni adottate nel Cinquecento in <strong>di</strong>versistati dell’Europa occidentale con l’introduzione dei primi piani assistenzialielaborati dalle autorità citta<strong>di</strong>ne 114 . A Torino, la provenienza esterna alla cittàapparve come un elemento <strong>di</strong>scriminante a partire dal tardo Cinquecento.Non pare tuttavia che la <strong>di</strong>sposizione abbia trovato una rigida applicazione.<strong>San</strong>dra Cavallo fa notare che, se fosse stato così, sarebbe stata incompatibilecon i flussi migratori, che invece alimentarono l’espansione urbana <strong>di</strong> queglianni, e che una tale <strong>di</strong>scriminazione <strong>di</strong> carattere geografico ebbe la sua applicazionepiù sul piano simbolico, in termini <strong>di</strong> riconoscimento ai torinesi <strong>di</strong> unmaggiore prestigio e privilegio 115 . È in questi termini che il requisito della citta<strong>di</strong>nanzapare funzionare anche nelle istituzioni femminili della <strong>Compagnia</strong>.Per quanto riguarda il Soccorso, le registrazioni del XVI e del XVII secolonon riportano le località <strong>di</strong> nascita e <strong>di</strong> provenienza, pertanto è impossibileaccertare i limiti entro cui sono state rispettate le <strong>di</strong>sposizioni. Un solo caso112ASSP, I, CSP, Bilanci, 33, conti del Deposito.113ASSP, I, CSP, Repertori dei lasciti, 163, s.v. «Soccorso», or<strong>di</strong>nato del 23 aprile 1601;Tesauro, 1658.114Si vedano ad esempio Pullan, 1971 e Zemon Davis, 1980, pp. 23-90.115Cavallo, 1995.90

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