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arte e beni culturali negli insegnamenti di giovanni paolo ii

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vero e il bene, più imme<strong>di</strong>atamente percepibili come forme del <strong>di</strong>vino nella<br />

storia, così deve scorgere nella produzione artistica il riflesso <strong>di</strong> Dio:<br />

l’opera artistica appartiene alle possibilità <strong>di</strong> essere cristiani perché essere cristiani vuol<br />

<strong>di</strong>re anche essere artista, amare il bello, amare l’<strong>arte</strong>, amare l’<strong>arte</strong> drammatica e<br />

anche le altre arti. Il bello va insieme con il vero, con il bene e con tutto ciò che<br />

compone le aspirazioni più profonde dello spirito umano. 32<br />

Nell’<strong>arte</strong> si cela una presenza <strong>di</strong>vina ermetica e poco argomentativa,<br />

ma non per questo motivo la Chiesa, nel corso dei secoli, ha respinto questa<br />

ricerca <strong>di</strong> tracce sotto tutte le forme in cui si è manifestata la creatività<br />

artistica dell’uomo. Anzi, precisa il papa,<br />

È proprio per amore del vero e del bene che la Chiesa ha avuto e ha sempre<br />

un’attenta premura nei confronti dell’<strong>arte</strong>, in tutte le sue espressioni. L’<strong>arte</strong> genuina,<br />

infatti, è sempre un’esperienza <strong>di</strong> verità non solo da p<strong>arte</strong> <strong>di</strong> chi ne fruisce, ma anche e<br />

soprattutto <strong>di</strong> chi la realizza, poiché l’uomo intende fissare nel segno artistico la<br />

percezione della bellezza e del dramma dell’esistenza umana. 33<br />

Il collegamento <strong>di</strong> robustezza metafisica tra vero, bene e bello fa sì che<br />

agli occhi della fede cristiana l’<strong>arte</strong> non può essere vuota o <strong>di</strong> pura evasione.<br />

È la stessa relazione della creazione artistica dell’uomo con lo spirito<br />

creatore <strong>di</strong> Dio che fa dell’artista cristiano un « ministro » nella Chiesa, il<br />

realizzatore <strong>di</strong> una importante e delicata missione, che solo lui riesce a<br />

compiere grazie alla delicatezza della sua sensibilità. 34<br />

Poiché l’incarnazione del Verbo coinvolge tutta la persona umana nella<br />

variegata articolazione dei suoi raccor<strong>di</strong> con la materia, non vi è campo<br />

dell’opera artistica che sfugga all’interesse della Chiesa. Questa intuizione,<br />

presente nell’iniziale magistero <strong>di</strong> Giovanni Paolo II, attento a non <strong>di</strong>sperdere<br />

alcuna scintilla della cultura dell’uomo, perché ciascuna è riflesso della<br />

verità-bontà-bellezza del Creatore, <strong>di</strong>venta progressivamente più chiara e<br />

tecnica nel corso degli anni, quando alla robustezza del portato culturale<br />

dell’opera artistica si unisce un’attenzione <strong>di</strong> tipo tecnico all’<strong>arte</strong> e, più in<br />

generale, ai <strong>beni</strong> <strong>culturali</strong> della Chiesa, 35 alla cui cura e promozione destinerà<br />

un apposito <strong>di</strong>castero della Curia romana, anche perché nel frattempo<br />

tale nozione è stata recepita dal Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Diritto Canonico (can.<br />

1283, § 2). E sarà il papa stesso a descrivere, nel 1995, l’ampiezza del<br />

campo offerto dal concetto <strong>di</strong> « bene culturale » ecclesiastico,<br />

32 Giovanni Paolo II, Discorso per la visita pastorale nella parrocchia <strong>di</strong> San Damaso a<br />

Monteverde, 6 marzo 1988, in Insegnamenti, XI/1 (1988) pp. 574-586.<br />

33 Cfr. Giovanni Paolo II, Discorso al termine <strong>di</strong> un concerto offerto dalla Rai, 11 novembre<br />

1989, in Insegnamenti, XII/2 (1989) pp. 1217-1218.<br />

34 Giovanni Paolo II, Duodecimum saeculum. Lettera apostolica per il XII centenario<br />

del Concilio Niceno II, 4 <strong>di</strong>cembre 1987, 11, in AAS 80 (1988) pp. 241-252.<br />

35 Giovanni Paolo II usa per la prima volta l’espressione « <strong>beni</strong> <strong>culturali</strong> » al n. 27<br />

dell’enciclica Slavorum apostoli del 2 giugno 1985, dandole un senso generico (cfr. AAS 77<br />

[1985] pp. 779-813). La utilizza invece per la prima volta con valenza specifica l’11 aprile<br />

1986, rivolgendosi in tedesco a Rudolf Sallinger (1916-1992), presidente della Wirtschaftskammer<br />

Österreich, in occasione del dono delle porte dell’Archivio Segreto e della<br />

Biblioteca Apostolica (cfr. Insegnamenti, IX/1 [1986] pp. 983-984).<br />

XIX

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