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arte e beni culturali negli insegnamenti di giovanni paolo ii

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davanti a me e s<strong>ii</strong> integro ». 1 Ogni essere umano sente risuonare in sé<br />

queste parole: egli sa <strong>di</strong> dover un giorno rendere conto a quel Dio che,<br />

dall’alto, ne osserva il cammino sulla terra.<br />

L’auspicio che insieme esprimiamo è che gli uomini siano purificati<br />

dall’o<strong>di</strong>o e dal male che minacciano continuamente la pace, e sappiano<br />

tendersi reciprocamente mani ignare della violenza, ma pronte a offrire<br />

aiuto e conforto a chi è nel bisogno.<br />

3. L’ebreo onora l’Onnipotente come protettore della persona umana e<br />

Dio delle promesse <strong>di</strong> vita. Il cristiano sa che l’amore è il motivo per cui<br />

Dio entra in rapporto con l’uomo e che l’amore è la risposta che egli si<br />

attende dall’uomo. Per il musulmano, Dio è buono e sa colmare il credente<br />

delle sue misericor<strong>di</strong>e. Nutriti da queste convinzioni, ebrei, cristiani e musulmani<br />

non possono accettare che la terra sia afflitta dall’o<strong>di</strong>o, che l’umanità<br />

risulti sconvolta da guerre senza fine.<br />

Sì! Dobbiamo trovare in noi il coraggio della pace. Dobbiamo implorare<br />

dall’alto il dono della pace. E questa pace si spanderà come olio che<br />

lenisce, se percorreremo senza sosta la strada della riconciliazione. Allora il<br />

deserto <strong>di</strong>venterà un giar<strong>di</strong>no dove regnerà la giustizia, ed effetto della<br />

giustizia sarà la pace. 2<br />

Omnia vincit amor!<br />

Insegnamenti, XXVII/1 (2004) pp. 70-71<br />

Messaggio per la XXXVIII Giornata Mon<strong>di</strong>ale<br />

delle Comunicazioni Sociali<br />

(Città del Vaticano, 24 gennaio 2004)<br />

Cari fratelli e sorelle.<br />

1. La straor<strong>di</strong>naria crescita dei mezzi <strong>di</strong> comunicazione sociale e la loro<br />

maggiore <strong>di</strong>sponibilità hanno offerto delle opportunità eccezionali per arricchire<br />

la vita non solo degli in<strong>di</strong>vidui, ma anche delle famiglie. Al contempo,<br />

oggi le famiglie si trovano <strong>di</strong> fronte a nuove sfide che nascono dai<br />

messaggi vari e spesso contrad<strong>di</strong>ttorî proposti dai mezzi <strong>di</strong> comunicazione<br />

sociale. Il tema scelto per la giornata mon<strong>di</strong>ale delle comunicazioni sociali<br />

del 2004, ovvero « I me<strong>di</strong>a in famiglia: un rischio e una ricchezza », è assai<br />

opportuno, poiché invita a una sobria riflessione sull’uso che le famiglie<br />

fanno dei mezzi <strong>di</strong> comunicazione e, a sua volta, del modo in cui la famiglia<br />

e le preoccupazioni della famiglia vengono trattate dai mezzi <strong>di</strong> comunicazione.<br />

Il tema <strong>di</strong> quest’anno serve anche a ricordare a tutti, agli operatori dei<br />

mezzi <strong>di</strong> comunicazione sociale come pure alle persone a cui essi si rivol-<br />

1 Gen 17,1.<br />

2 Cfr. Is 32,15-16.<br />

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