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arte e beni culturali negli insegnamenti di giovanni paolo ii

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eligiosa, ancora adolescente chiese <strong>di</strong> essere accolto tra i Frati Pre<strong>di</strong>catori<br />

<strong>di</strong> rigorosa condotta (detti Osservanti), che vivevano a Fiesole nel convento<br />

<strong>di</strong> San Domenico. Compì il noviziato a Cortona nel 1408, poi professò a<br />

Fiesole, prendendo il nome <strong>di</strong> « fra Giovanni da Fiesole ».<br />

Quando il convento passò tra quelli della cosiddetta « obbe<strong>di</strong>enza pisana<br />

», fra Giovanni fu inviato a Foligno, donde più tar<strong>di</strong> passò <strong>di</strong> nuovo a<br />

Cortona. Infine, or<strong>di</strong>nato sacerdote, dopo il 1418 fece ritorno a Fiesole,<br />

dove esercitò l’ufficio <strong>di</strong> vicario e <strong>di</strong> priore. Trasferitosi nel convento <strong>di</strong> San<br />

Marco a Firenze, all’epoca unito a quello fiesolano, ne fu sindaco, ossia<br />

economo. E mentre compiva con ogni <strong>di</strong>ligenza gli uffici affidatigli dai<br />

fratelli e dai superiori, si <strong>di</strong>ffondeva la fama della sua egregia <strong>arte</strong> pittorica,<br />

per cui crescevano e si facevano più incalzanti le commesse <strong>di</strong> opere.<br />

Tra i suoi primi <strong>di</strong>pinti non vanno <strong>di</strong>menticate: l’Annunciazione <strong>di</strong> Cortona,<br />

l’Incoronazione della Beata Maria Vergine nel convento <strong>di</strong> Fiesole, la<br />

Deposizione <strong>di</strong> Cristo eseguita per la chiesa della Santissima Trinità <strong>di</strong> Firenze,<br />

opere che – se si dà fede a Vasari – sembravano essere state <strong>di</strong>pinte dalle<br />

mani <strong>di</strong> un santo o <strong>di</strong> un angelo. 2 Nel convento <strong>di</strong> San Marco, dal 1438 al<br />

1445 fra Giovanni fu compagno <strong>di</strong> sant’Antonino Pierozzi, priore del<br />

convento e poi arcivescovo <strong>di</strong> Firenze; e decorò con <strong>di</strong>pinti le celle, la sala<br />

capitolare, l’atrio, il chiostro e la pala d’altare della chiesa.<br />

Papa Eugenio IV, avendo presenziato nel 1443 all’inaugurazione della<br />

chiesa nel convento <strong>di</strong> San Marco, provò tanta ammirazione per la sua <strong>arte</strong><br />

da chiamarlo a Roma, presso <strong>di</strong> sé, nel 1445, con l’incarico <strong>di</strong> <strong>di</strong>pingere<br />

una cappella nella basilica <strong>di</strong> San Pietro e decorarne un’altra nel Palazzo<br />

Vaticano, detta del Santissimo Sacramento: « Questa cappella – sostiene<br />

uno scrittore anonimo – era un vero para<strong>di</strong>so, dalle figure delineate con<br />

somma grazia e bellezza ». 3<br />

Mentre fra Giovanni <strong>di</strong>pingeva nella basilica <strong>di</strong> San Pietro e nel Palazzo<br />

Vaticano, Eugenio IV ebbe molte opportunità <strong>di</strong> stimare non solo<br />

l’esperto artista, ma soprattutto la pietà del religioso, la sua osservanza della<br />

regola e l’umile <strong>di</strong>stacco del suo animo. Perciò, quando nel 1446 dovette<br />

dare un nuovo pastore alla <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Firenze resasi vacante, propose per<br />

quell’importante ufficio il pio frate, che però rifiutò umilmente l’incarico<br />

reputandosene indegno, e suggerì che quella <strong>di</strong>gnità venisse offerta a fra<br />

Antonino Pierozzi, come alla persona più adatta per virtù e dottrina a<br />

reggere quella <strong>di</strong>ocesi.<br />

Anche Niccolò V, successore <strong>di</strong> Eugenio IV, raffinato umanista, ebbe<br />

grande stima <strong>di</strong> fra Giovanni: infatti « onorò e venerò un personaggio così<br />

degno, per l’integrità <strong>di</strong> vita e l’eccellenza dei costumi ». 4 Così, Niccolò Vlo<br />

incaricò, nel 1447, <strong>di</strong> affrescare la sua cappella privata, ed egli sod<strong>di</strong>sfece la<br />

richiesta con le vicende <strong>di</strong> santo Stefano e <strong>di</strong> san Lorenzo, assecondando il<br />

desiderio del pontefice, incline agli ideali umanistici, senza nulla perdere,<br />

2 2<br />

Cfr. ivi, Firenze 1568 , p. 360.<br />

3 Anon. Gad<strong>di</strong>anus, comm. in D. Re<strong>di</strong>g De Campos, I Palazzi Vaticani, Bologna 1967,<br />

p. 52.<br />

4 v<br />

Leander Alberti, De Viris illustribus Or<strong>di</strong>nis Prae<strong>di</strong>catorum..., Bononiae 1517, f. 252 .<br />

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