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arte e beni culturali negli insegnamenti di giovanni paolo ii

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Liturgia<br />

39. I padri del Sinodo hanno riflettuto a lungo sull’importanza della<br />

liturgia nelle Chiese particolari in Oceania, e hanno espresso il desiderio<br />

che esse continuino ad alimentare la propria vita liturgica in maniera tale<br />

che i fedeli possano penetrare più profondamente il mistero <strong>di</strong> Cristo. Essi<br />

hanno preso atto del fatto che una maggiore p<strong>arte</strong>cipazione del popolo <strong>di</strong><br />

Dio alla liturgia è uno dei frutti del Concilio Vaticano II; e questo, come<br />

era nelle intenzioni, ha avuto come conseguenza un maggior senso della<br />

missione. La vita cristiana è stata rinvigorita da una rinnovata comprensione<br />

e stima della liturgia, specialmente del sacrificio eucaristico. Il Concilio<br />

aveva visto il rinnovamento della liturgia come un processo per giungere<br />

a un approfon<strong>di</strong>mento del significato dei sacri riti, e a tale riguardo<br />

molte Chiese particolari sono impegnate nella riflessione teoretica e nell’attuazione<br />

pratica a una effettiva inculturazione delle forme <strong>di</strong> culto, con<br />

il dovuto rispetto per l’integrità del rito romano. Traduzioni adeguate dei<br />

testi liturgici e uso appropriato dei simboli tratti dalle culture locali possono<br />

evitare l’alienazione culturale degli in<strong>di</strong>geni quando si accostano al culto<br />

della Chiesa. 130 Le parole e i segni della liturgia saranno così quelli della<br />

loro anima.<br />

[...]<br />

Insegnamenti, XXIV/2 (2001) pp. 778-849 (inglese), pp. 850-914 (italiano)<br />

Testo originale in lingua inglese<br />

Discorso per l’u<strong>di</strong>enza generale<br />

(Città del Vaticano, 28 novembre 2001)<br />

[...]<br />

5. Le parole che esso ci suggerisce sono come un’eco del cantico che<br />

risuona nella Gerusalemme celeste, dove una folla immensa <strong>di</strong> ogni lingua,<br />

popolo e nazione, canta la gloria <strong>di</strong>vina davanti al trono <strong>di</strong> Dio e all’Agnello.<br />

6 A questo cantico la Chiesa pellegrinante si unisce con infinite<br />

espressioni <strong>di</strong> lode, modulate spesso dal genio poetico e dall’<strong>arte</strong> musicale.<br />

Pensiamo – per fare un esempio – al Te Deum, <strong>di</strong> cui generazioni <strong>di</strong> cristiani<br />

si sono avvalsi lungo i secoli per lodare e ringraziare: « Te Deum laudamus, te<br />

Dominum confitemur, te aeternum Patrem omnis terra veneratur ». Da p<strong>arte</strong> sua, il<br />

piccolo salmo che oggi stiamo me<strong>di</strong>tando è un’efficace sintesi della perenne<br />

liturgia <strong>di</strong> lode con cui la Chiesa si fa voce nel mondo, unendosi alla lode<br />

perfetta che Cristo stesso rivolge al Padre.<br />

Lo<strong>di</strong>amo, dunque, il Signore! Lo<strong>di</strong>amolo senza stancarci. Ma la nostra<br />

lode sia espressa con la vita, prima che con le parole. Saremmo infatti ben<br />

poco cre<strong>di</strong>bili, se col nostro salmo invitassimo i popoli a dar gloria al<br />

130 Cfr. Propositio 47.<br />

6 Cfr. Ap 7,9.<br />

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