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arte e beni culturali negli insegnamenti di giovanni paolo ii

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unicamente per se stesso! Ancor più, bisogna amare l’uomo perché è uomo,<br />

bisogna riven<strong>di</strong>care l’amore per l’uomo in ragione della <strong>di</strong>gnità particolare<br />

che egli possiede. L’insieme delle affermazioni concernenti l’uomo appartiene<br />

alla sostanza stessa del messaggio <strong>di</strong> Cristo e della missione della<br />

Chiesa, malgrado tutto ciò che gli spiriti critici hanno potuto <strong>di</strong>chiarare<br />

in materia e tutto ciò che hanno potuto fare le <strong>di</strong>verse correnti opposte alla<br />

religione in generale e al cristianesimo in particolare ». 2 Questo messaggio è<br />

fondamentale affinché sia reso possibile il lavoro della Chiesa nel mondo<br />

attuale. Ecco perché, a conclusione dell’enciclica Redemptor hominis, scrivevo<br />

che « l’uomo è e <strong>di</strong>venta sempre “la via della vita quoti<strong>di</strong>ana della Chiesa”<br />

». 3 Sì, l’uomo è «lavia della Chiesa », perché senza questo rispetto per<br />

l’uomo e per la sua <strong>di</strong>gnità, come gli si potrebbero annunciare le parole <strong>di</strong><br />

vita e <strong>di</strong> verità?<br />

10. È dunque nel ricordarci questi due principî <strong>di</strong> orientamento –<br />

evangelizzazione delle culture e <strong>di</strong>fesa dell’uomo – che il Pontificio Consiglio<br />

per la Cultura proseguirà il suo lavoro specifico. Da una p<strong>arte</strong>, si<br />

richiede che l’evangelizzatore familiarizzi con gli ambienti socio-<strong>culturali</strong><br />

nei quali deve annunciare la parola <strong>di</strong> Dio; il Vangelo è esso stesso fermento<br />

<strong>di</strong> cultura nella misura in cui raggiunge l’uomo nei suoi mo<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

pensare, <strong>di</strong> comportarsi, <strong>di</strong> lavorare, <strong>di</strong> ricrearsi, cioè nella sua specificità<br />

culturale. Dall’altra, la nostra fede ci dà fiducia nell’uomo – nell’uomo<br />

creato a immagine <strong>di</strong> Dio e redento da Cristo –, che noi desideriamo<br />

<strong>di</strong>fendere e amare per se stesso, coscienti che egli non è uomo se non<br />

per la sua cultura, cioè per la sua libertà <strong>di</strong> crescere integralmente e con<br />

tutte le sue capacità specifiche. Il vostro compito è <strong>di</strong>fficile, ma splen<strong>di</strong>do.<br />

Insieme, dovete contribuire a tracciare le nuove vie del <strong>di</strong>alogo della Chiesa<br />

con il mondo d’oggi. Come parlare al cuore e all’intelligenza dell’uomo<br />

moderno per annunciargli la parola salvifica? Come rendere i nostri contemporanei<br />

più sensibili al valore proprio della persona umana, alla <strong>di</strong>gnità<br />

<strong>di</strong> ciascun in<strong>di</strong>viduo, alla ricchezza nascosta in ogni cultura? Il vostro ruolo<br />

è grande, poiché voi dovete aiutare la Chiesa a <strong>di</strong>ventare creatrice <strong>di</strong><br />

cultura nel suo rapporto con il mondo moderno.<br />

Non saremmo fedeli alla nostra missione <strong>di</strong> evangelizzare le o<strong>di</strong>erne<br />

generazioni, se lasciassimo i cristiani nella incomprensione delle nuove<br />

culture. Non saremmo neanche fedeli alla carità che deve animarci, se<br />

non vedessimo come l’uomo è oggi minacciato nella sua umanità, ese<br />

non proclamassimo, con le nostre parole e i nostri atti, la necessità <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fendere l’uomo in<strong>di</strong>viduale e collettivo, <strong>di</strong> salvarlo dalle oppressioni che<br />

lo asserviscono e lo umiliano.<br />

11. Nel vostro lavoro siete invitati a collaborare con tutti gli uomini <strong>di</strong><br />

buona volontà. Scoprirete che lo spirito del bene è misteriosamente<br />

all’opera in tanti nostri contemporanei, anche in alcuni <strong>di</strong> quelli che<br />

2 Giovanni Paolo II, Discorso all’Unesco, 2 giugno 1980, 10.<br />

3 Giovanni Paolo II, Redemptor hominis, 21.<br />

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