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arte e beni culturali negli insegnamenti di giovanni paolo ii

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Pertanto, queste esigenze, che scaturiscono dalla nuova responsabilità<br />

verso la parola <strong>di</strong> Dio nella liturgia, 56 arrivano ancor più nel profondo e<br />

toccano la <strong>di</strong>sposizione interiore con la quale i ministri della parola compiono<br />

la loro funzione nell’assemblea liturgica. 57 La stessa responsabilità<br />

riguarda infine la scelta dei testi. Tale scelta è stata già fatta dalla competente<br />

autorità ecclesiastica, che ha previsto anche i casi in cui si possono<br />

scegliere letture più adatte a una particolare situazione. 58 Inoltre, bisogna<br />

sempre ricordare che nel quadro dei testi delle letture della messa può<br />

entrare soltanto la parola <strong>di</strong> Dio. La lettura della Scrittura non può essere<br />

sostituita dalla lettura <strong>di</strong> altri testi, anche qualora possedessero indubbi<br />

valori religiosi e morali. Tali testi potranno invece essere utilizzati, con<br />

grande profitto, nelle omelie. Effettivamente, l’omelia è massimamente<br />

idonea all’utilizzazione <strong>di</strong> questi testi, purché rispondano alle richieste<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> contenuto, in quanto spetta alla natura dell’omelia, tra l’altro,<br />

<strong>di</strong>mostrare le convergenze tra sapienza <strong>di</strong>vina rivelata e il nobile pensiero<br />

umano, che per varie strade cerca la verità.<br />

[...]<br />

AAS 72 (1980) pp. 113-148; Insegnamenti, III/1 (1980) pp. 580-636<br />

Testo originale in lingua latina<br />

Discorso alle autorità civili<br />

(Norcia, Perugia, 23 marzo 1980)<br />

[...]<br />

2. Il mio sentimento si allarga poi <strong>di</strong> qui al mondo intero. Da Norcia,<br />

dalla terra natale <strong>di</strong> san Benedetto, ho voluto ancora una volta sottolineare<br />

la sua grandezza e importanza <strong>di</strong> « uomo <strong>di</strong> Dio e dell’umanità », venerato<br />

nei secoli, e la meravigliosa attualità del suo messaggio proprio per questa<br />

nostra epoca così smarrita.<br />

Da questa terra cristiana, forte e austera e nello stesso tempo dolce e<br />

gentile, san Benedetto ha tratto il suo umanesimo così profondamente<br />

sensibile e programmatico.<br />

La croce, il libro e l’aratro sono stati gli strumenti della sua opera <strong>di</strong><br />

bonifica e <strong>di</strong> rinascita. La lode a Dio, nel Cristo e con la comunità, me<strong>di</strong>ante<br />

la liturgia assidua, <strong>di</strong>ligente ed elevante; il lavoro manuale, intellettuale<br />

e artistico, fedelmente compiuto nel silenzio esteriore e interiore; la<br />

carità vicendevole, e specialmente verso i sofferenti e i più poveri, nell’obbe<strong>di</strong>enza<br />

e nell’umiltà: ecco in sintesi il messaggio e il programma <strong>di</strong><br />

56 Cfr. Paolo VI, Missale Romanum: « Hisce ita compositis, illud etiam vehementer fore<br />

confi<strong>di</strong>mus, ut sacerdotes et fideles simul sanctius animum suum ad Cenam Domini<br />

praeparent, simul, sacras Scripturas altius me<strong>di</strong>tati, verbis Domini uberius in <strong>di</strong>es alantur<br />

», in AAS 61 (1969) pp. 220ss.<br />

57 Cfr. Pontificale Romanum, De Institutione Lectorum et Accolythorum, 4.<br />

58 Cfr. Institutio generalis Missalis Romani, 319-320.<br />

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