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arte e beni culturali negli insegnamenti di giovanni paolo ii

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quelle dello Stato, affinché la nostra città, communis patria, possa svolgere<br />

adeguatamente il suo ruolo <strong>di</strong> centro vivo della cristianità.<br />

A tal fine occorre, certo, in primo luogo, che la comunità ecclesiale <strong>di</strong><br />

Roma viva pienamente la fede, la speranza e l’amore cristiano, rinnovando<br />

il suo volto con la preghiera e un intenso impegno <strong>di</strong> evangelizzazione,<br />

secondo le <strong>di</strong>rettive del sinodo <strong>di</strong>ocesano, così da offrire a quanti verranno<br />

qui come pellegrini, insieme al messaggio sempre attuale delle perenni<br />

memorie cristiane, una vivente esperienza ecclesiale nel contesto <strong>di</strong> una<br />

metropoli moderna, pur attraversata da forti correnti <strong>di</strong> secolarizzazione.<br />

È anche necessario però pre<strong>di</strong>sporre per tempo quanto occorre a un’adeguata<br />

accoglienza, con attrezzature e infrastrutture che mettano Roma<br />

in con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> ospitare degnamente quanti vi affluiranno e <strong>di</strong> far loro<br />

ammirare la ricchezza del suo patrimonio storico e artistico, civile e religioso,<br />

a beneficio dei visitatori e dei citta<strong>di</strong>ni.<br />

[...]<br />

Lettera a monsignor Domenico Bartolucci,<br />

<strong>di</strong>rettore della Cappella Musicale Pontificia<br />

(Città del Vaticano, 2 febbraio 1994)<br />

608<br />

Insegnamenti, XVII/1 (1994) pp. 239-242<br />

Al <strong>di</strong>letto figlio monsignor Domenico Bartolucci, maestro <strong>di</strong>rettore perpetuo<br />

della Cappella Musicale Pontificia.<br />

La celebrazione del quarto centenario della morte <strong>di</strong> Giovanni Pierluigi<br />

da Palestrina, mentre propone alla considerazione della comunità cristiana<br />

e del mondo l’abbondanza della produzione musicale e la qualità dello<br />

stile, delle ricerche, degli approfon<strong>di</strong>menti e delle elaborazioni del grande<br />

compositore, invita a riscoprire la permanente attualità dello straor<strong>di</strong>nario<br />

contributo che egli ha offerto alla cultura musicale e alla tra<strong>di</strong>zione liturgica<br />

della Chiesa. A quattrocento anni dalla morte, Giovanni Pierluigi rimane<br />

infatti un maestro sempre attuale, capace <strong>di</strong> dettare <strong>insegnamenti</strong> utili<br />

soprattutto al musicista liturgico e al credente, sulle soglie ormai del terzo<br />

millennio cristiano.<br />

Cresciuto alla scuola contrappuntistica e vocale della prima metà del<br />

Cinquecento, Pierluigi da Palestrina seppe armonizzare lo sviluppo <strong>di</strong> eccezionali<br />

talenti artistici con i contenuti <strong>di</strong> una salda formazione <strong>di</strong> fede. La<br />

sua vita <strong>di</strong> compositore fu segnata da due costanti, la cui importanza<br />

permane al <strong>di</strong> là dei limiti <strong>di</strong> spazio e <strong>di</strong> tempo: una <strong>di</strong>uturna laboriosità<br />

a servizio del culto del popolo cristiano e una vigile attenzione alla parola <strong>di</strong><br />

Dio.<br />

Con pazienza egli s’impegnò nello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> quanto poteva accrescere<br />

in lui una solida preparazione, sempre adattandosi e alle esigenze della<br />

celebrazione liturgica e alla cultura del popolo <strong>di</strong> Dio nella Chiesa parti-

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